Può accadere che vi vada di invitare a cena degli amici.
Cosi come è altrettanto facile non sappiate bene dove cominciare. Magari non siete nemmeno dei geni dei fornelli. Tuttavia, in forza di un arcaico senso dell'ospitalità vi sentite in dovere di sorprendere, con un piatto piuttosto elaborato, i palati altrimenti scettici o troppo raffinati dei vostri amici (meglio se, fra questi, si annovera qualche buon gourmet).
Potete procedere cosi.
Uscite di casa. Muniti del denaro sufficiente. Recatevi presso la migliore macelleria della vostra zona. Se non la conoscete personalmente, fatevela consigliare da qualcuno (la portiera, la vicina, una zia che abita poco distante). Comprate (dipende da quanti ospiti si attendono) dai 500 ai 1000 grammi di “ottima carne macinata” di magro. Se non siete avvezzi, come è lecito credere, insistete sul concetto di magro. Per magro si intende la scarsa o nulla presenza di grasso dal pezzo di carne che il macellaio vi triturerà, paziente e insieme divertito, sotto i vostri occhi.
Passate in un ortofrutta. Qui cercate di comprare questi alimenti: delle arance rosse (potete transare sul rosso, vanno bene anche quelle a polpa più chiara). In ogni caso, che siano belle arance. Prendetene dalle 4 alle 8. Fatevi tagliare anche della zucca. Si, avete capito bene: quella roba dove dentro ci si mettono le candele quando arriva Halloween: non servono solo a quello, si mangiano anche! E sono piuttosto buone. Qui cercate di prenderne dai 1000 ai 2000 grammi (posto che non abbiate dimestichezza con le equivalenze, potete chiederne una quantità variabile in funzione del numero ospiti, ma collocate questa quantità fra il chilo, il chilo e mezzo, finanche i due chili).
Non mancate di chiedere delle cipolle (o meglio, lo scalogno che è un po' meno forte).
Passate infine da un decente alimentari. Qui dovrete prendere 1 confezione di besciamella (se avete solo una vaga idea di cosa sia vi conviene prenderla già fatta: la vendono in piccoli comodi brick, si, come quelli del latte della centrale: solo un po' più piccoli) e almeno un paio di pacchi di cannelloni vuoti. Dite “da riempire ed infornare”, cosi vi daranno quelli giusti. Se stimate di avere più ospiti spingetevi pure ad acquistarne 3 confezioni (in genere sono da 500 grammi cadauna).
A questo punto dovreste avere tutto (posto che gli altri ingredienti come sale, olio, un forno, un contratto per la fornitura di energia elettrica vigente, e qualche ora di tempo a disposizione ce l'abbiate pure.
Dimenticavo il vino. Se potete cercate il Cum Laude della Banfi. Non è facile trovarlo, ma se potete, rivolgendovi ad un'apprezzata enoteca, farete un figurone.
Ora, rientrati a casa, diciamo che sono le 13 e i vostri amici sono attesi per le 20, potete procedere cosi:
spacchettate tutto e mettete sul tavolo. Prendete le arance e cominciate a spremerle. Mettete in un recipiente in grado di contenerla, la carne macinata magrissima. Versate il succo di arancia e dimenticatevela. Almeno fino a mezzora prima di cena.
Prendete invece una casseruola. Qui, dopo un filo d'olio, tagliate in modo molto sottile lo scalogno (o la cipolla, qualora non lo abbiate trovato). Versate nella pentola e accendete a fuoco lento. Prendete la zucca. Toglietegli la buccia e sminuzzate la polpa. E' un po' faticoso, quindi occhio a non mettere sul fuoco la pentola con l'olio e lo scalogno troppo tempo prima: rischiate di mandare in fumo tutto. In ogni caso, ma è uno stratagemma da sfigati, se potete evitate il minipimer. La zucca va tagliuzzata con una lama ben affilata su un tagliere, mentre magari nell'impianto hifi di casa avete messo su una vecchia raccolta di successi di Bart Bacharach. Se non avete Burt Bacharach , potete ovviare con I successi di sempre della Grande Orchestra Mantovani. Serve a poco, ma darà modo di farvi sentire qualcuno in grado di insidiare a Ferran Adria (titolare della trattoria El bulli) il primato mondiale degli chef.
Mettete la zucca che avete pazientemente sminuzzato nella casseruola e mandate a fuoco lento. Di tanto in tanto controllate e se potete avviate una pentola con dell'acqua dentro su un altro fuoco, e con un mestolo, allungate la zucca fino a quando (il tempo varia dalla mezzora ai tre quarti) non inizia a sfaldarsi e a diventare un'incomprensibile melassa arancione. “Aggiustate di sale” che è una frase che si trova spesso nei manuali di cucina. Vuol semplicemente dire, che lungi dal far diventare capre i vostri amati ospiti, cercate di moderarne l'impiego. Ma un pizzico va messo: la zucca altresì è cibo dolcissimo.
Potete fottervene. Spegnete tutto e dedicatevi ai vostri hobby (ne avrete pure qualcuno, no ? A parte quello di improvvisarvi Cuochi per una notte).
Arriviamo intorno alle 19...massimo 19,30.
A questo punto. Il colore della carne macinata, affogata nel succo d'arancia dovrebbe essere prossimo a quello del viso del vostro capoufficio il venerdì pomeriggio. Non preoccupatevi: è normale. Anzi, in genere, posto che abbiate girato almeno un paio di volte il malloppo con un mestolo di legno, dovrebbe essere omogeneo.
Stessa cosa dicasi per la polpa di zucca, che nel frattempo è diventata appunto un ammasso indistinto di ex-fibre, sfibrate dalla cottura prolungata. Meglio se a livello di densità somigliasse a quello di una marmellata. Densa.
Munitevi di un paio di teglie. Imburratele, e intanto avviate il forno (fa niente se elettrico, a gas, o a energia eolica, l'importante è che vada). Ponete la temperatura intorno ai 180°.
Adesso viene il bello. Avete preso, nel corso del bliz mattutino (dando per inteso che in casa vostra un siffatto attrezzo non è mai entrato) un imbuto da pasticciere. Sapete qual'è ? E' quello col quale si fanno le scritte per le ricorrenze più strane. In genere compleanni, talvolta per l'esito felice di qualche esame, alla nascita di un pargolo, quasi mai per festeggiare un divorzio. Versate il contenuto della terrina nella quale ha fatto l'idromassaggio la carne macinata tutto il pomeriggio, nella pentola nella quale ha fatto la sauna la zucca. Amalgamate il tutto pazientemente e tassativamente a mano. Tutt'al più aiutatevi con un mestolo di legno. Ma cercate di ottenere un ammasso ben amalgamato.
Prendete i cannelloni, si cosi: crudi. Con mano ferma (se c'è qualcuno e siete in là con gli anni, potete farvi anche aiutare) cercate di riempirli, con l'ausilio dell'imbuto da pasticciere, con l'amalgama appena creato. E' operazione lunga (in funzione di quanti ne avete da riempire, ma non priva di retrogusto ludico, rimandandovi, come è facile ritenere a giochi infantili praticati sull'arenile sotto l'occhio paziente ma vigile di qualche vecchia zia). Disponete questi cannelloni cosi riempiti nelle teglie. Ovviamente in modo orizzontale, altrimenti avrete vanificato il tempo speso,. Cercate anche di tenerli accostati quel tanto che basta, non a livello per intendersi degli utenti del metro alle 7,30 di mattina. Finita l'operazione di riempitura dei cannelloni, potete prendere la besciamella (a meno che non siate degli utenti 2.0 e a quel punto ve la siete anche preparata da soli). In ogni caso, sia fosse stata preparata da voi, che (come è molto più facile ritenere) l'abbiate comprata già pronta, distribuitela con la grazia di un orologiaio su tutti i cannelloni (stavolta, per allietare l'operazione potete anche mettere un cd di Rihanna, come sottofondo).
Date un'occhiata all'orologio. Se tutto è andato come deve, se non abitate in una zona dove trovare un parcheggio ha le stesse probabilità che l'Inter vinca la Champions, i taxi non abbiano indetto uno sciopero molto selvaggio, e i vostri amici sono fra i pochi rimasti a conoscere (e praticare) il concetto di puntualità, dando per buono che li attendete per le 20,30 quando saranno le 20, 15 potete infornare. Vorrà dire che, avendoli lasciati a 180° per una ventina di minuti (i cannelloni, non i vostri ospiti), al massimo li lascerete nel forno (ovviamente spento) a tenersi caldi. Ma fate in modo non si asciughino troppo: già avete fatto un azzardo nell'utilizzare i cannelloni pronti, dopo vi trovereste con parcelle dei migliori odontoiatri della città a dover onorare.
Avrete bandito la tavola come si conviene. Stappato per tempo il vino (l'avete trovato poi il Cum Laudee o avete derogato su un altro rosso importante?) meglio se ossigenato in un decanter (niente paura: è un arnese che non serve ad accordare le chitarre, ma per svasare e far prendere aria a vini rossi in età pensionabile).
Ecco, il resto della cena è a vostra discrezione. Accogliete i vostri amici con qualche candela accesa a tavola (fa sempre chic e riscalda l'ambiente) e sopratutto: non svelate a nessuno il nome di chi ha elaborato questa ricetta. Mettete un cd di musica da grandi orchestre (si, di quella che si ascoltava un tempo prima del decollo di un aereo: serviva a stemperare la paura, e dava un tocco di nobiltà al tutto).
Se avrete pedissequamente osservato tutte le prescrizioni fin qui illustrate, i vostri ospiti non dovrebbero prendervi a pernacchie, tantomeno, posto siano dei tipi inclini alla violenza (peggio se gratuita) prendervi anche a calci. Piuttosto, purché di palati normali e sensibili, gustatevi le loro espressioni mentre mangiano un qualcosa che vi avrà si, distolto dai vostri consueti impegni di un sabato, ma che vi proietterà di colpo, nella loro considerazione fra i migliori amici cuochi di cui dispongano.
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