24/01/11

Due parole su Bolaño

Mi capita di leggere sempre di meno. Ultimamente sto incontrando molta fatica a mettere mano alla pila di libri da leggere (o da finire di leggere). Fasi. Mi riservo di farlo non appena messe a posto un po’ di cose, mi dico. Sono altresì consapevole che si tratta di scusa classificabile come pietosa.

Tuttavia (adoro questa congiunzione) il tempo per leggere i quotidiani (limitatamente il Tuttolibri del sabato e l’inserto del Sole24ore la domenica) lo trovo, sarà anche in forza del fatto che escono, entrambi, nel fine settimana cosa che consente, almeno qui, di disporsi a leggerli (ma nemmeno sempre…) con un po’ più di calma.

Questa settimana accade un fatto strano. Sabato mattina esco all’alba (di ritorno da un viaggio piuttosto lungo in auto) sotto la pioggia e arrivo all’edicola. Metto in macchina la Stampa.
Nel pomeriggio, dovendo trovare un testo per la figlia di una mia amica, entro in una fornita libreria del centro. Il testo non si trova (“è fuori catalogo, signore” mi ha detto con finto dispiacere una commessa molto presa dalla parte). In compenso, ho individuato sul banco l’ultimo di Bolaño: Terzo Reich. Wow. Preso a scatola chiusa.

Sto finendo di leggere Amuleto (di cui ho regalato una copia ad un amico, giorni fa). Per quanto letto finora, Bolaño non si smentisce: stessa scrittura intrisa di ironia, felici trovate narrative, in due parole: autentica goduria.
A sera, metto mano alla Stampa. Apro la pagina centrale e trovo una recensione di Voltolini su Terzo Reich. Bingo ! (ecco, sono queste le cose che mi piacciono, il sincronismo involontario, inconsapevole).

Ieri, domenica, stessa storia per il Sole24. Apre l’inserto una puntuta analisi si Salis. Fu vera gloria ? potrebbe condensarsi. A parte l’infelice impaginazione, il pezzo si attarda sull’analisi della facile ascesa nell’Olimpo della Letteratura (notare le maiuscole) interrogandosi sulla natura di Fenomeno Editoriale. Accostando Wallace e Bolaño. Di spalla altri due interventi di La Gioia e di Recuperati.

Morale: di Bolaño si parla intensamente. A torto, o a ragione. Ma sta di fatto che l’attenzione a questo scrittore è condensata nella battuta, citata, di un lettore (immagino “forte”) americano, sentito richiedere, in una libreria, è uscito qualcosa di nuovo di Bolaño ? (Probabilmente ignaro del fatto che nel frattempo sia morto).

PS. In uno di questi articoli del Sole, adesso non ricordo quale, si paventa il fatto che a determinare questo successo di Bolaño (ahimè, come detto, postumo) sia l’indiscussa bravura del suo agente (tal Andrew Wylie). Ora, dando per buono, che anche per altri scrittori lo stesso (ma anche altri agenti) non siano rimasti con le mani in mano, ridurre al merito di un agente il successo di una scrittura la trovo, francamente, un’idea piuttosto riduttiva.


Risorse: qui un omaggio a 2666 ospitato in bottegadilettura 2,0
Qui il link al tuttolibri di Sabato con la recensione di Voltolini su Terzo Reich.

Nessun commento:

Posta un commento