16/09/12

Take the money and run !




















Puntualmente, all’apparire sui giornali dell’ennesimo scandalo “periferico” appaiono i peana di penne importanti (Rizzo, Gramellini ieri sabato sulla Stampa).

Roba sterile. Verrebbe da pensare che si tratti di un gioco. Tu, politico in vista o meno, commetti un qualche illecito, io, giornalista di punta ti cazzio e ti espongo al pubblico lubridio.

Tutto qui, finito, avanti il prossimo.

Sono mesi che in Parlamento giocano con l’approvazione del salvifico decreto anti-corruzione.
Chissà se in dirittura finale, in modo da potersene fregiare (è tutto oggetto di propaganda) questa o quella forza politica lo riterrà conveniente e lo utilizzerà per farsene bella agli occhi di un elettorato piuttosto nauseato.

Eppure, nel paese della culla del diritto, nel paese dove il proliferare di leggi compete col tasso di illegalità nell’amministrazione centrale e non, basterebbe applicare quelle che già ci sono.
O, al meglio, inventarne una nuova, l’ennesima ma che forse avrebbe la capacità quantomeno di costituire un monito.

E cioè: una che consentisse la class-action nei confronti di chi, chiamato ad amministrare la cosa pubblica (a qualunque latitudine e a qualunque livello) dimostrato che abbia fatto un uso quantomeno disinvolto, se non fraudolento, dei beni pubblici, ne risponda con il proprio patrimonio.

Sarebbe una rivoluzione epocale. L’unico linguaggio comprensibile da parte di chi ha frainteso l’assunzione di responsabilità pubbliche, con il proprio, illecito tornaconto.

E ci scommetto, da sola, sarebbe il più potente dei moniti.

qui l'omonimo pezzo della Steve Miller Band...

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