16/11/09

Switch-off


Sono mesi che terrorizzanti messaggi contenenti questa parola ci vengono ammanniti (no, non è un parente) dalle primarie reti tv nostrane.
A breve, da Aosta a Caltanissetta entrerà nel nostro vocabolario comune, cosi come lo stesso movimento, quello di entrare, sarà compiuto dai nostri soldi verso le casse di coloro che vendono un paio di cose (a seconda delle tasche): un decoder, o un televisore dotato di decoder incorporato.

Nel primo caso, te la cavi con meno di quanto occorre per una cena di pesce. Nel secondo, a meno che tu non vada a cena al roof dell’Hilton, con quasi la stessa cifra.
Pagare per essere informati.
Si dirà, beh ? che scoperta è ? Anche pagando il canone, infondo, paghi per essere informato.
L’informazione si paga, ha un costo.
Certo, c’è la cosiddetta free press, quei tabloid che ti regalano se prendi la metro. Ma lì devi leggere, e stando a quanto lamentano un po’ tutti (ultimamente anche la Presidenza del consiglio, con la sua campagna “Passa parola”), non è che l’operazione sia molto diffusa.

Per startene in poltrona, in canotta, birra e rutto libero di fantozziana memoria, devi pagare.
Cosi sarà che uno tornerà ad apprezzare quanto gli viene dato. Se è gratis, viene da pensare, non vale niente, è gratis appunto. Se pago, forse, presterò più attenzione a quanto mi viene offerto in cambio.
Per ora dal mio decoder (si, ho eseguito pedissequamente le operazioni richieste) sono spariti tutti i programmi di mediaset (beh…sai che dramma…) ma soprattutto La7, che invece potevo vedere solo in analogico (va a capire dove diavolo hanno piazzato le antenne…).

Domani salirò sul tetto. Forse acquisterò una nuova antenna logaritmica, provando a collegarla con quella esistente, nella vana speranza di captare nell’aere, i segnali spariti dal mio televisore.
Poi, dopo un po’ viene da chiedersi: “…e se lasciassi le cose cosi come sono ?”.

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