Gustosissima la polemica scatenata fra Aldo Grasso e il giornalista Marco Frittella in merito al nome della rubrica (Billy) del TG1, in onda in coda all’edizione delle 13.30 della domenica, quando, intenti al pranzo domenicale, intorno al tavolo siede la famiglia (per chi ce l’ha) e massima dovrebbe essere (non ho i dati auditel) l’attenzione in quel momento.
Certo, qualcuno potrebbe opinare che fra un bucatino all’amatriciana, o fra un ossobuco, e un bestseller promozionato in tv, ce ne corre. Eppure, nel grande flop costituito (fin qui) dal modo col quale è stata approcciata la lettura dalla televisione, non mi sento di condannare del tutto un tentativo cosi lodevole.
Piccolo passo indietro. La genialata (chiamiamola benevolmente cosi) di parlare di libri all’ora del pranzo della domenica, all’interno di uno dei tg di maggior ascolto nazionale, ha visto la luce durante la “reggenza” di tal Riotta Gianni (attualmente approdato alla direzione del Sole24 Ore).
A fronte degli orari di minatori, coi quali la concorrenza replica (il TG5 sciorina il buon Gallucci a tarda notte, concedendogli due minuti che egli utilizza facendo sedere innanzi a se un autore e tenendo caldamente nelle mani il volume, spesso l’ultima opera appena data alle stampe e parlando del libro con toni sobri e volutamente concisi).
Billy sembra più una rubrica di servizio. Non entro nel merito dei gusti coi quali vengono selezionati i testi, ma apprezzo il tono sobrio e non trombonesco o affettato da addetti ai lavori (che in genere, ancora non l’hanno capito, funziona esattamente all’opposto: il pubblico, scoraggiato dai paroloni, rifugge come la pesta nera l’invito alla lettura preferendo di gran lunga attività più amene).
Cosa è successo ? Invece di interrogarsi sull’esigenza (o i più curiosi, sull’utilità) di una simile rubrica, posizionata strategicamente a quell’ora, la polemica (che porterà a più ascolti ? visto l’effetto moltiplicatore del buco della serratura) è scaturita dal fatto che il critico televisivo Aldo Grasso si è soffermato sul perché sia stato scelto di chiamarla Billy (quella di Riotta aveva il più ricercato Benjamin, ma questo non lo esentava dal spararle grosse comunque). Frittella si è inalberato e pur senza nominare l’IKEA (che a catalogo propone un’omonima libreria molto minimalista), ha detto che si, diobonino, si riferiva proprio a quella.
Beh, c’è voluto il buon Grasso per scoprirlo, a me ad esempio non era proprio passato per la testa potesse provenire da lì. Billy suona bene, e potrebbe chiamarsi benissimo cosi anche la trasmissione, in diretta, dell’estrazione del lotto, per dire.
Il fatto che sia polemica su presunta pubblicità occulta o meno, non sposta di una virgola quella che considero, a prescindere dalla qualità di ciò che sciorina, un nobile tentativo di portare l’oggetto libro in tv (anche se, come sempre, con un coraggio da conigli) e da apprezzare soprattutto per la visibilità dovuta all’ora..
Leggere fa bene, e un buon libro può essere, in virtù dell’orario, un ottimo digestivo, se non proprio del pranzo almeno di uno scorcio della propria vita.
risorse:
qui tutta la saga: articolo del 30 dic. 09 di Aldo Grasso (che ha dato il via al bisticcio tutto mediatico).
qui sempre Aldo Grasso (che ospita la replica di Frittella al suo precedente articolo e rilancia).
CIAK, SI GIRA!
5 giorni fa
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