Tre domeniche fa, in prima pagina dell’inserto domenicale del Sole24 ore, appare un articolo a firma di Eli Gottlieb "Scrittori, quanta invidia!" .
Per chi avesse cinque minuti di tempo da investire, qui trova il podcast:
Fatto ? Bene. Che ve ne pare ? Se la tira ? O dice qualcosa di vero ?
Vomita i soliti luoghi comuni sulla lettura nel nostro Paese ? insomma, se l’avete letto, ascoltato, le cose che dice, fate voi, ma insomma credo che siano macigni, nelle acque dell’editoria nostrana.
Non tarda una settimana, che sul numero successivo, ecco puntuale la risposta.
A raccogliere la sfida, sono Elisabetta Rasy, con un lungo pezzo che è una difesa postuma di Rocco Carbone (*) (tirato in ballo, forse poco elegantemente proprio da Gottlieb circa l’invidia), e poi ancora Stefano Mauri (Gruppo Mauri Spagnol), Luigi Bernabò (di Bernabò Associates) agente letterario, e infine l’editore indipendente, Daniele di Gennaro (minimumfax).
Ognuno, dal suo punto di vista, replica a vario tono all’articolo incriminato. Ma quale paragone ?
I mercati sono diversi, contano i numeri, la “Mid-list” leggi la lista di coloro che non ce la fanno al primo colpo (a vendere cifre consistenti) laggiù spariscono, mentre da noi consente anche altri tentativi (sempre sicuri sia un bene ? verrebbe da chiedere). E soprattutto quanto sono fichi gli indipendenti che pur di far uscire un grosso autore, a breve daranno alle stampe anche la lista della spesa, o della sua tintoria.
Insomma, carburante per le fiamme di questa polemica di fine d’anno. Forse le cose non stanno esattamente cosi. E ciascuno, non in senso salomonico ma perché estesa e sfaccettata è la polemica, ha in parte torto e ragione insieme. Solo un umile lavoro di ascolto e introspezione potrebbe tirar fuori, se c’è, qualcosa di buono da questa discussione.
Infine ieri, domenica 27, la contro replica di Gottlieb.
Messo a posto Carbone (RIP), stringi stringi pare ci dica questo, (su cui convergono analoghe idee di tempo fa): da noi manca o è del tutto assente una editoria di letture. Le uniche carte da spendere sono il supplemento del Sole24 la domenica, il Tuttolibri de LaStampa, e da poco, sempre la domenica, un altro inserto del Corriere della Sera. Niente roba tipo Harper’s, nessun New Yorker, zero The Atlantis (e inserirei di mio un Esquire a cui dobbiamo l’emersione di Thom Jones).
Forse Stilos (che ora, come appare cliccando qui) sembra riprenda le pubblicazioni e al quale suggerisco di abbonarsi.
Spietato il giudizio su Nuovi Argomenti, che a dire di Gottlieb, conterebbe su un numero di lettori che può esser contenuto da un ascensore (anche bene, penso, tipo quelli degli ospedali, piuttosto capienti). Attacca, senza molto garbo Coelho, rea la Repubblica (che non leggo per principio) di averlo sparato in prima pagina dell’inserto Cultura. L’articolo chiude con una replica alla Rasy, “guarda che il buon Rocco Carbone era proprio invidioso” (niente paura, forse il tono, in epoca di sdoganamenti, non è da prendere nella sua accezione peggiore, e viva la faccia).
Che dire ?
Avrei aggiunto, perché è una mia fissa, anche il contributo (o mancato contributo) che può giocare un mezzo di colonizzazione di massa come la televisione. Da noi, nemmeno le spigliate satellitari che sanno cosa cazzo metterci nelle decine e decine di canali di cui dispongono, non sanno prendere in seria considerazioni le potenzialità del mezzo. Aggrappati a sentenze (Saverio Simonelli, di Rai Sat, nel corso di un convegno: “i libri e la tv non vanno d’accordo”). Evviva.
Verrebbe da chiedere, ma li avete mai presentati ?
(*) di Rocco Carbone e del suo Apparizione, è uscita in bottegadilettura, una recensione di Bartolomeo di Monaco, che consiglio di leggere (cliccando qui)
CIAK, SI GIRA!
5 giorni fa
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