17/01/10

Domeniche

Un cortigiano. Anzi no, un giullare alla corte di qualcuno.


Passare una domenica pomeriggio sbracato sul divano, vedendo la partita della Roma, mentre fuori il grigio si impadronisce di tutto. Tempo fermo, nonostante tutto.

E la domenica passata cosi, dicono, dovrebbe servire a ricaricare le batterie, pronto per una nuova settimana. Corse, soldi, cose da pagare. Intanto il tempo passa, e in questa stasi, in questo momento fermo, manifesta tutta la sua fuggevolezza. Ansia, nient'altro. Forse irretita appena da musica di grandi orchestre, che danno l'illusione, per un momento, di trovarsi altrove, magari passeggiando in doppio petto sul ponte di una di quelle navi che solcavano gli oceani, negli anni venti, respirando la brezza del mare, a pieni polmoni.


Invece fumo dal camino. Aria chiusa, che ogni tanto provi a rinverdire spalancando qualche finestra e lasciando che gennaio entri e si posi sulle cose. Sulla pila di giornali mezzi sfogliati che campeggia sul tavolo, ingombro di bicchieri vuoti, bottiglie di minerale, pacchetti di camel senza filtro, mozziconi.


Aspetti, in altre parole. Non si sa bene cosa. Sai perfettamente che non c'è nessuno da aspettare. Forse solo che si faccia notte e che la sagoma che hai lasciato sul cuscino accolga nuovamente la tua nuca, per un certo numero di ore. Fino a che sarà domani, ancora una volta.


Ecco, è questa successione di giorni a dirti, più di ogni altra cosa, che la vita è irripetibile, che sebbene forzata all'interno di riti, prassi, tic ed abitudini, ti sfugga da sotto il culo con un eleganza rara, indisturbata. E ti ritrovi con una figlia grande, davanti alla quale fai fatica a sentirti ancora come il suo padrone assoluto, com'era quando era piccola e le cambiavi, al mattino, i pannolini.


Passa, allora, passa tutto. I tuoi occhi rapaci si abbeverano di pagine web, di articoli sleggiucchiati qua e la, sostanzialmente di niente. Eppure, non hai voglia di crocifiggerti. Non hai voglia di prendere a prestito la prima stronzata ti passi in testa, come andare a passeggiare da solo, sulla spiaggia di gennaio, o in pineta, magari respirando quell'odore buono, di aghi di pino bagnati, che marca in modo indelebile questa stagione.


Tenti con un film, magari qualcosa in dvd. O in giro fra i vari canali satellitari. Ma non ti attrae nulla. Perchè è forte la sensazione del dovere. Del dovere per forza fare qualcosa, mentre è di niente che hai voglia. Un crogiolarsi nell'indulgenza, verso se stessi ed il mondo tutto. Perdoni, quando sei in questo stato d'animo. Perdoni tutti, indistintamente. Il direttore di banca che ti tiene sotto controllo il fido, la tua ex moglie che da vera ex sta tentando di studiare quale dev'essere la maniera migliore per relazionarsi con il padre di sua figlia, la tua fidanzata che non perde la speranza di cambiarti, e ancora i fratelli, che non vedi cosi spesso, e i colleghi o i superiori che non mancano occasione per complicarti la vita. Hai un sussulto di dolcezza verso tutti costoro. Non recrimini nulla, consapevole che già l'attrezzare un odio, foss'anche di seconda mano, comporta fatica. Lasci che sia. Che il gioco vada avanti. Non sarà la prima ne l'ultima domenica che passi cosi.


E intanto fuori piove.



4 commenti:

  1. Ehi Clè, l'hai mai visto "Ricomincio da capo"? Il film con Bill Murray che rivive sempre la stessa giornata, fino a che...
    Mi ci hai fatto pensare. Grandissimo film.
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. si, come no, doveva festeggiare il giorno della marmotta...preso a nolo proprio a seguito di qualche dritta di qualche blogger...
    ammetto: gran film !

    RispondiElimina
  3. Mi è piaciuto in particolare gennaio che entra e si posa sulle cose. Contribuisce all'immobilità di una già di per sé statica e piovosa domenica pomeriggio.
    F.to: Uno dei qualche blogger

    RispondiElimina
  4. Toni chiedo venia, perdo colpi e non ricordavo che quel film fosti proprio tu a suggerirmelo.

    In ogni caso, è la dura vita del blogger !

    RispondiElimina