Da vero feticista dell'oggetto libro, ho trovato simpatico questo breve articolo di Giovanna Zucconi, apparso ieri sull'inserto Tuttolibri de La Stampa (che grazie alle ferie del mio edicolante ho potuto comunque leggere online dal sito: qui .
Cosa mi ha colpito ? La pervicacia di questa donna, Antonella Sgroi, che contro tutto e tutti è riuscita, in un paesino di 2000 anime (che raddoppiano d'estate) Letoianni (ME), a portare il gusto per la lettura a latitudini dove sono altre le culture dominanti.
Il diffondere, già solo con un espediente materiale: portare cioè il libro (alla stregua delle confortanti statistiche lette da qualche parte proprio in questi giorni circa l'incremento delle vendite negli autogrill) lascia propendere per il pensiero che basta portare "il libro" vicino all'utente per scatenarne l'eventuale fantasia di leggerselo.
In altri termini, la storia brevemente raccontata nell'articolo potrebbe benissimo essere, a sua volta, una storia di un romanzo. Alla stregua di altri, più fortunati romanzi, che hanno l'oggetto libro addirittura già nel titolo, penso a Brautigan (la casa dei libri) o all'altro di Paul Collins (Al paese dei libri).
Considerando che tutto ciò accade in Sicilia, da dove le uniche cronache che mi arrivano (intorno ai libri) sono quelle che leggo sul blog di Stefano Amato (che lavora in una canonica libreria di Siracusa), va dato atto a questa donna dell'immenso coraggio e del suo viscerale amore per la diffusione della lettura.
Coraggio.
CIAK, SI GIRA!
1 settimana fa
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