25/11/13

Per Antonio.

Adesso che sei in un letto d’ospedale,
come ti ho visto ieri,
con tutti quei tubi attaccati,
tu che sei il mio fratello minore,
tu che hai camminato con me
per chilometri,
che ti incazzavi contro le ingiustizie,
con la veemenza di un adolescente,
e mi prendevi in giro,
tu, che ti puzzavano i piedi,
quando dormivamo in tenda.
Ascoltavamo Battisti,
e tutto ci sembrava a portata di mano.
Poi, poi gli stessi percorsi,
la stessa voglia e rabbia di vivere,
facendoci fare cazzate.
Poi il nulla, il silenzio.
Per tanti anni.
Fino a dieci anni fa.
Nel frattempo, figli, lavoro, testa a posto.
La vita, praticamente.
I momenti insieme,
ma mai, mai con quel senso di imbarazzo
che il tempo si diverte a corredare,
in circostanze come queste.
No, sembrava ci fossimo lasciati il giorno prima.
Intatta la voglia di vivere, meravigliarsi, di costruire.
Momenti insieme,
in mezzo al mare,
da soli, in silenzio al largo.
Le nostre pescate inconcludenti,
cui mai abbiamo concesso il lusso
di deluderci.
Poi i problemi di salute,
il trapianto.
La tua lotta per riuscirci,
l’avevi piegato, c’eri riuscito.
Ora sei lì,
disteso, assente.
Se non fosse per quella selva di tubi,
che ti entrano in ogni angolo del corpo,
si direbbe che ti stai riposando alla grande.
Ti parlo, non mi senti.
Ho portato le cuffiette,
volevo farti sentire un brano di Joni Mitchell
che so che ti piaceva.
Non hanno voluto te le appoggiassi,
passando attraverso qualche tubicino,
alle tue orecchie.
Sei lì, ti chiamo e non ci senti.
Ma sei lì, il tuo battito certifica
che ci sei ancora.
Solo, la tua testa è altrove.
Dovunque sia,
il gioco,
lo sto scoprendo solo adesso,
è come un richiamo.
Sto qui, da qualche parte,
e ti aspetto, è come mi dicessi.
Solo un miracolo, però,
vorrei essere io quello
raggiunto, dal tuo ritorno.
E accetto il tuo regalo.
Anche per questa, preziosa,

lezione di vita.

3 commenti:

  1. Sono commosso. Hai scritto una cosa bellissima. E sono sicuro che tuo fratello può sentirti, quindi non smettere. Non smettere di parlargli. Un abbraccio.

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    1. Samuele, ci passo appena posso. Anche oggi. Oggi è stata la volta di Somebody to love. Per un attimo ho voluto pensare che il ritmo delle macchinette che gli misurano il battito andasse a tempo con la sezione ritmica del pezzo...
      (grazie).

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  2. Non smettere di parlargli. Un abbraccio

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