Sono le tre meno cinque. Del mattino.
Fra poco avrà inizio la consueta riunione del comitato editoriale della Cletus Production, convocata, come nello stile di lavoro del team, perché a quest’ora del giorno (come ama ripetere il suo titolare) le idee mantengono ancora un briciolo di lucidità.
In realtà, perché alle sei col primo sole del giorno, il capo adora salire sul caddy elettrico che lo attende sotto la sede per dirigersi alla volta del green, dove sostiene la prima (e unica) partita a golf della giornata. “E’ che adoro l’odore dell’erba tagliata di fresco, all’alba”, ama ripetere citando una famosa battuta di un altrettanto famoso film di guerra.
Arrivano alla spicciolata i redattori. Piccoli convenevoli, considerazioni gentili sul reciproco grado di abbronzatura e sulla qualità del fringe della Tromberry. Prendono tutti posto intorno al tavolo da riunione, ingombro di volumi, e il Sig. Cantarella, direttore di collana, prende la parola.
Signori buongiorno e bentornati dalle ferie, che mi auguro siano trascorse bene.
Tutti ringraziano con intensità variabile. Qualcuno annuisce e basta, sorseggiando il pessimo caffè preparato dalla segretaria Giulia Liscandrelli.
Cosa abbiamo di nuovo ? chiede Cletus.
Beh, dottore, è arrivato questo manoscritto che ho trovato interessante.
Di cosa si tratta ?
E’ la storia del progressivo delirio di un uomo chiamato a fare, spinto dai debiti e da una moglie cacacazzi, il guardiano d’inverno all’interno di una grande masseria del Salento adibita a resort di extralusso.
E cosa c’è di strano ?
Nulla, se non fosse che è la smaccata trasposizione di un celebre film, di un altrettanto celebre regista, tratto da un ancora celebre romanzo di un famoso scrittore.
Chi ? Il cottimista dell’horror ?
Si, proprio lui, capo.
Ebbene ? (il capo adora questa interiezione…)
Ebbene, credo valga la pena prenderlo in considerazione, perché, per chiunque conosca appena il Salento la poesia della sua terra rossa, degli ulivi secolari dai tronchi contorti dal tempo, dei profumi della sua campagna, si tratta di un’opera molto ben contestualizzata. Sono esilaranti i dialoghi con i gechi, e con il barman immaginario che si ostina a volergli offrire del Primitivo, o del Negramaro, vini dalla gradazione alcolica significativa, capo !
Ma fa ridere almeno ?
Ne più ne meno di una puntata di Porta a porta Estate, capo.
Perché dovremmo pubblicarla allora ?
Perché è scritta in modo impeccabile, capo.
Chi è l’autore ?
Uno sconosciuto, capo, con un sorriso british.
In che senso ?
Nel senso che sorride a denti stretti
Problemi ortodontici ?
Pressappoco…
In ogni caso la lettera che ha inviato, allegata al plico, è degna di nota.
E’ un j’accuse nei confronti del mondo dell’editoria. L’autore sostiene di aver già presentato almeno un centinaio di volte questo manoscritto, senza aver ricevuto altro che rare, sporadiche risposte prestampate.
Perché dovremo pubblicarlo noi ?
SILENZIO
Poi, Cantarella, con un filo di voce…..”è l’unico che è arrivato in sede, durante questo mese”.
Mi sembra un motivo più che valido allora, come dire, un segno straevidente del destino.
Bene, si pubblichi, chi avesse qualcosa dire, parli ora o taccia per sempre.
Capo….
E se lo facessimo recensire a Vincenzo Mollica ?
Chi è un mediano della Sampdoria ? [la Liscandrelli non guarda mai la tv]
Nulla in contrario, anzi, per lui è sempre tutto stratosferico, inarrivabile, procedete pure…
CIAK, SI GIRA!
4 giorni fa
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