28/07/09

Quel giorno sulla luna, di Oriana Fallaci


Ammetto: si tratta di una mania. Come tale, merita tutta l’auto indulgenza che si deve a tali tic.
Troppo suadente il piccolo banner, non ricordo più letto dove, probabilmente in calce a qualche articolo sulla versione online del corriere.it.
Questo libro ha fornito ampi stralci per il numero dell’EUROPEO di luglio che celebra il quarantesimo anniversario della prima passeggiata sulla luna, come si conviene.
Ho trovato il tempo di leggerlo in un fine settimana. Ed è stato come rimmergersi nel passato: quarant’anni fa. Un dietro le quinte di grandissima classe. Ignoravo che il testo fosse stato redatto ad uso e consumo delle scuole già dai primi anni ’70. E la mia stima verso la scrittrice Orianna Fallaci, è sbocciata come un fiore a primavera.
Parlo di scrittura, perché se è di un esempio che c’è bisogno, per classificare il giornalismo d’inchiesta, l’arte del reportage, signori: questo è un testo da incorniciare.
La più grande dote della Fallaci è quella di sparire. Ma con garbo. Lei, semplicemente, agli occhi del lettore avido di info sull’argomento, non c’è, eppure informa ogni singola riga dei suoi articoli.
Un gioco a nascondino, dove quello che tu credi sia frutto di paziente lavoro di editing, spesso è addirittura fedele trascrizione di dialoghi telefonici (con linee pessime) fra Houston e la redazione del Corriere della sera, in quel di via Solferino, in Milano, Italy.


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