Non che ce ne fosse bisogno ma è questa la televisione che apprezzo.
Report domenica sera ha trasmesso un illuminante servizio sul come viene gestito l’affare spiagge nel nostro paese. Fatale che si siano concetrati su Ostia.
Se Garcia Marquez avesse modo di soggiornarvi potrebbe avere tutte le caratteristiche di uno dei suoi paesini cosi ben immortalati nelle sue pagine. L’aria stessa, probabilmente. Gestori che se ne fottono delle ordinanze, Comandanti dei vigili che nicchiano facendo spallucce “mica possiamo disseminare i nostri vigili ogni 100 metri come se fossero bagnini”, ancora: totale disinteresse per la cosa pubblica, le poche rare spiagge libere intasate dai lettini “legali” del furbone di turno. Inutile parlare di tasse...margini da paura.
Si dirà…il solito servizio volto ad infangare una categoria di imprenditori che si battono per tenere alta l’immagine del litorale romano nel mondo. Credo sia l’esatto contrario. Splendido l’accostamento con i gestori di Riccione dove tutto e’ gratuito: accesso all’arenile…hanno creato parcheggi, e il mare lo vedi (ad Ostia l’hanno ribattezzato il lungomuro). Non credo che lì i gestori ci rimettano.
Allora teniamoci questo ceto di dilettanti, bottegai nella migliore dell’ipotesi, sono tutti bravi a fare gli imprenditori cosi: costi zero, tasse pressoché nulle e introiti da paura (molti dei quali in nero, in ossequio all’eleganza).
Tale genia fra l’altro avrebbe potuto distinguersi facendo lobby non tanto per lamentarsi per gli aumenti dei costi delle concessioni, quanto, magari, per battersi verso il Comune per far potenziare i mezzi pubblici, adeguare le strade che portano al mare (condizioni da nord africa) creare parcheggi.
Zero.
Ma questa è l’Italia che ci meritiamo.
Per chi volesse:
qui il podcast della trasmissione. Brava Gabbanelli e tutto lo staff.
La logica del furbetto, di quello che riesce a succhiare il massimo profitto fottendosene degli altri, tra l'altro visto spesso di buon occhio da gran parte della popolazione.
RispondiEliminaSarà una magra consolazione, ma mi fa molto piacere osservare che esistono ancora trasmissioni del genere. E menomale che ci sono anche dei blog come il tuo che fanno da cassa di risonanza a tali denunce.
No è che trovo applicabile al modo di fare giornalismo di questa trasmissione l'espressione (oramai desueta) "giornalismo d'inchiesta". Ed è indice di un paese civile la diffusione e il numero di codeste trasmissioni. Con rammarico, perchè visto il clima credo che ce se sia, e molto, bisogno.
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