02/03/12

Aedo













Se ne è andato un grande poeta.

Lasciate che racconti il “mio” Dalla. (che è uno che ti fa male, con quello che canta, con quello che scrive).

Borotalco. I miei vent’anni solforosi. Eccessi, il festival della frenesia. Un film di Verdone banale, nel quale una Eleonora Giorni, impazzisce per il nostro. Nella Roma dei nuovi quartieri che venivano su come funghi, i tempi d’oro dei palazzinari, che nel frattempo, indisturbati costruivano fortune mentre ci lasciavano a giocare ai soldatini.

Dalla, ancora, con i suoi dischi di quel periodo, ha incarnato per me la figura di un aedo. Qualcuno che anche fosse stato bendato aveva il dono di racchiudere in un paio di versi trattati di sociologia, meglio e più di qualsiasi annuario Istat.

Mica facile, è un dono. E il suo low profile l’ha aiutato in un paese pronto a celebrare i suoi miti per dimenticarli subito dopo. Sempre un passo indietro, mai imponente. Un gran signore.

Buon viaggio, Maestro.


PS. è da ieri che riascolto in loop la sua Nuvolari. Capolavoro.

1 commento:

  1. Non solo le parole ma anche il timbro della sua voce, sono con la musica qui nella mia stanza e fuori, sempre.
    an ma

    RispondiElimina