03/07/09

Il resto mancia

La notizia è transitata in quelle che vengono definite “brevi di cronaca”. Ovvero è scivolata nei nostri padiglioni uditivi, o bulbi oculari, con la stessa incisività e attenzione che si dedica ad una mosca, entrata per sbaglio in auto, e che fa jazz sul parabrezza.

Una coppia di giovani turisti giapponesi, innamorati ci dicono i cronisti, ma è un dettaglio, decide di pranzare a due passi da Piazza Navona, in un noto ristorante romano.
L’affabile cameriere, che credo abbia la stessa padronanza che ho io con la lingua, tergiversa evitando di portare uno straccio di menù e conquistando la loro fiducia con l’abilità di un mago Silvan in pensione, gli serve un pasto composto da portate a base di pesce, accompagnato da vino (Sauvignon) e dessert (per i dettagli del pasto cliccare qui)

Arriva il momento del conto e sulla carta di credito dei due malcapitati viene addebitata una cifra di circa 600 euro (comprensiva di 115 euro di mancia, credo inserite a titolo di rimborso per le prestazioni da cabarettista in pensione del simpatico cameriere. In breve, dopo un inutile richiesta di spiegazioni i due decidono di rivolgersi alla polizia. Il resto è cronaca: irruzione nel locale delle forze dell’ordine, mancanza di spiegazioni valide, proclami di guerra del sindaco, ispezione degli organi competenti (non ho capito se Nas o Asl), riscontro di gravi carenze igienico sanitarie. Punto.

La storia è emblematica. Pur evitando di generalizzare c’è tutta intera la misura di un paese che non vuole crescere, la quintessenza del provincialismo arruffone che tanto ci penalizza, prim’ancora che agli occhi del mondo, a quelli, sbadati e superficiali, di noi stessi.

Truffare turisti, per un malinteso corrente che muove dalle mitiche imprese immortalate da Totò (intento a cercare di vendere il Colosseo a degli sprovveduti turisti), dev’essere considerato peccato veniale. Tanta severità (minacciata la chisura del locale, revoca della licenza, divieto di riaprire per i titolari anche sotto altro nome o ragione sociale) si spiega solo come il classico tentativo di chiudere la stalla, come si dice, quando i buoi sono ormai scappati.

La domanda è: che cazzo facevano la Asl (o i Nas) dormivano ? C’è voluta la denuncia dell’episodio per indurli a gettare il loro occhio amorevole, nei locali del ristorante ? Eppure stiamo parlando del centro di Roma, che non è proprio una locanda in qualche landa desolata di qualche provincia sperduta. I controlli. Chi controlla i controllori ?
Allora, il furore del sindaco, i proclami minacciosi, valgono come quei tormentoni estivi: ballano per una stagione sola. Passato il clamore, tutto come prima.

Piuttosto, volendo essere conseguenti, e dotarsi di un minimo di coscienza civile, perché non rendere permanente, anche bene per legge, visto che si primeggia anche nella promulgazione delle stesse, il divieto di occuparsi di cibi (a qualsiasi titolo, foss’anche quello di condurre, in qualità di autisti, dei furgoni frigoriferi preposti allo smistamento degli alimenti) a coloro che vengono “beccati” in frodi, adulterazioni, rei di “gravi carenze igienico sanitarie”, e che attentano (non trovo altro verbo più adatto) alla cosiddetta salute pubblica ?

C’è tutta la miopia, in questa che sembra appunto, la classica notizia di colore, di un pachidermico e burocratico sistema, che fa fatica a crescere. Interessi, chisura di un occhio, quando non di tutti e due, a fronte del “tengo famiglia” che ci relega, inevitabilmente, e con buonapace dei miliardi profusi in roboanti quanto inconsistenti campagne di marketing del preposto ministero brambilliano, fra le macchiette, degni della stessa considerazione di un paese da terzo mondo.

6 commenti:

  1. Troppe parole spese attorno ad un fatto che oramai è solo scusabile con il sangue.... In Italia come in sud america punto.
    Nemmeno nella latinissima Spagna.... anzi..!
    BAsta...con commercianti, ristoratori di bassa lega ( nel senso morale della parola )... ben vengano i ristoranti etnici che presto gli faranno un culo così a tutti questi bastardi....che tra l'altro e molto probabilmente votano Berlusconi.......
    PArlano di moralità ma poi sono in prima linea per trombarti con ogni mezzo...
    E' vero vale in tutte le località molto turistiche e sopratutto di turismo d'assalto... ma tutto ciò non significa niente...la prossima volta spero che il sangue scorra sui pavimenti di questi luoghi di truffa....

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  2. Lasciamo il sangue alle emoteche. Che votino o meno per Berlusconi, credo sia un dettaglio. Vale la pena ricordare che a Roma, per trentanni ha imperversato la teoria de "la pajata" (vedi memorabile servizio di Report su eminenti personaggi dell'entourage sinistrorso e radical chic) per restare in tema gastronomico.

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  3. Qual è la teoria della pajata?

    R4

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  4. R4, pardon è la teoria "della coda alla vacccinara" la trovi, per sommi capi, espressa qui:
    http://www.youtube.com/watch?v=vzd_cubUgXE

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  5. Ahah, vado a dare un'occhiata!

    R4

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  6. l'aspetto peggiore della questione non è che siamo tanto bravi a truffare i turisti, quanto piuttosto che avere totò come antenato ci giustifica sempre.
    berlusconi si fa scoprire con le mani nella marmellata come un bambino e sorride: dice che gli italiani lo vogliono così, e la verità è che ha ragione lui.
    il vero dramma dell'italia è che anche nel commettere gli atti più terribili (truffare, derubare, mettere bombe, ammazzare) gli italiani non si scollano mai di dosso quell'aria da macchiette alla mario monicelli.
    parafrasando roberto bolano si potrebbe dire che questo paese è una commedia neorealista dal finale inevitabilmente tragico....

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