08/08/09

Libri in valigia

Staccare la spina, si dice cosi, con una espressione non molto felice, ma che rende.

L’altro giorno ero in centro. C’è stata una simpatica scenetta, nell’atrio di un importante negozio di biancheria per la casa (dovevo trovare da regalare una tovaglia per un tavolo circolare monumentale di un amico). Trilla il cellulare, esco dal negozio e mi soffermo nell’atrio. Sull’esiguo marciapiede il frastuono del traffico mi impediva di comunicare correttamente con l’interlocutore.
Nel mentre, un’avvenente signora, evidentemente per le stesse ragioni, si introduceva nell’atrio del negozio per poter sostenere adeguatamente la sua conversazione telefonica. Il rimbombo delle nostre voci, lei che sollecitava qualcuno ad avvalersi di un medico, la mia che chiedeva di ripetere, ad alta voce, quanto aveva appena detto la persona con la quale ero al telefono.
Finite le rispettive telefonate, ci siamo guardati. C’è stato un attimo da intesa profonda, come nemmeno due coniugi alla vigilia delle nozze d’oro. “Era mia mamma, non ci sente molto bene” è scoppiata a ridere. Anche la persona con la quale parlavo, non sta messa molto bene ad udito, le ho risposto. Mi ha sorriso. Le ho sorriso anch’io.

Visto che ero nelle vicinanze, sono passato da Remainders. Per chi volesse ci sono 3 o 4 copie de Il Culto dei Morti in Italia, di Giulio Mozzi (che altrimenti è prelevabile qui, gratuitamente e in pdf).
Ho vagato un po’ per gli scaffali e ho preso:
Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno di Antonio Moresco, Collages di Anais Nin e a prezzo pieno, Una piccola cosa che sta per esplodere, di Paolo Cognetti.

Ho intenzione di portarmi dietro, per finirlo, L’ultimo scapolo di Jay Mc Inerney e 2006 di Bolano (secondo tomo).

Sono cinque volumi, sebbene in vacanza e alcuni non molto lunghi, dubito possa finirli tutti nel giro di pochi giorni.

E con questo è (quasi) tutto.

Buon Ferragosto.

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