16/12/09

Dilettanti

la faraonica struttura dell'auditorium di Roma ad opera di Renzo Piano

“Roma avrà finalmente un luogo deputato alla musica”.
Con questa roboante affermazione gli ultimi due sindaci in ordine di tempo salutavano la faraonica opera sorta ai piedi dei Parioli, e affidata alla matita di uno degli architetti più quotati dal set internazionale, Renzo Piano.
Un investimento che reputo consistente, che ha conosciuto, in fase di costruzione, problemi di realizzazione, appalti saltati, tempi di consegna dilatati, insomma il meglio del meglio che si possa immaginare per quel che concerne appalti pubblici..

Per pudore mi astengo dall’andare a quantificarla, oggi Roma ha si un “luogo deputato alla musica”,
ma (credo) solo quella acustica. Il concetto di polivalenza (leggi: la possibilità di ospitare concerti che non siano solo di musica acustica) è andato a farsi benedire sotto i colpi di una progettazione, vogliamo dirlo ?, quantomeno dilettantesca.

L’acustica, credo, sia scienza a sé. Costava molto chiamare, nel fiume di denaro uscito, un pool di seri professionisti per affidargli il compito di studiarla a dovere proprio per rendere tale, faraonica, struttura, fruibile veramente da tutti ?

Anni fa assistetti ad un concerto di Marianne Faithfull. Sostenuta da gran parte dei musicisti componenti della band chiamata Smashing Pumpkins, tenne un concerto di rara bellezza quanto a partecipazione, feeling, e impegno sul palco. Peccato che le sonorità della sezione ritmica, stavo in galleria, sovrastavano tutto il resto. Non ritengo di addebitare il disastro al fonico del gruppo: semplicemente la sala (una delle tre) era inadatta.

Domenica sera si è esibito a Roma, sempre lì, all’auditorium, tal Joe Bonamassa. Trattasi di uno dei chitarristi meglio dotati di tecnica strumentale in circolazione. Contravvenendo ai miei proponimenti (quelli di non rimetterci più piede) non ho saputo resistere e ho staccato il biglietto (nemmeno tantissimo, visti i prezzi che sono capaci di chiedere, me la sono cavata con 25,00 euro), confidando nella possibilità di apprezzare a pieno, uno dei maggiori virtuosi della chitarra (elettrica e non) che sono sulla scena al momento.

Una delusione: mentre risultavano appena apprezzabili quei rari brani “lenti” dove la sezione ritmica (leggi: in particolare la batteria) restava su toni soft, appena il ritmo si scaldava (e stavolta ero in platea) il frastuono copriva addirittura la voce (che assicuro possente di suo) del buon Bonamassa. Poltrone che vibrano (ma uno studio sui materiale fono assorbenti no, eh ? era chiedere troppo ?) riverberi, baccano indistinto, in breve uno strazio.

Incapacità ? Solito pressappochismo ? Sta di fatto che una delle strutture più vecchie, l’auditorium di Via della Conciliazione, anche se realizzato decenni fa, offre un’acustica del tutto diversa: in grado cioè di ospitare sia concerti rigorosamente “acustici” (ho assistito a concerti di duetti per pianoforte e contrabbasso non amplificati riuscendo a distinguere, e ad apprezzare, il suono anche da posizioni molto distanti dal palco, cosi come assistito a concerti “amplificati” di band di fiati, cori di musica classica, orchestre sinfoniche senza avvertire la minima alterazione del suono).

Risultato: un’altra occasione persa, purtroppo a spese dei contribuenti, per dotare Roma di una struttura in grado di ospitare musica che non sia quella acustica (che poi dovrei accertare: non sono mai andato ad assistere lì ad un concerto di musica sinfonica). Di certo non è il posto per eseguire concerti che prevedano l’amplificazione di strumenti a percussione. E di questo, pur non essendo un audiofilo, sfido chiunque ad accertarsene.




risorse: qui un link al concerto

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