05/04/10

all along the watchtower





Sta su Eletric ladyland.
E' la penultima traccia. Luca Barbareschi la massacra, inserendola, per qualche frazione fra uno stacco e l'altro del suo programma (shock, ma in tutti i sensi). Cosi ho ripescato nella pila dei cd quello incriminato e l'ho riascoltata, come si dice “a volume adeguato” (play loud).

E' una canzone di Dylan “All along the watch tower”. Leggenda vuole che quando gliela fecero ascoltare, quest'ultimo rimase basito, trovandosi ad esclamare “è un oceano di suono”.

Beh, è vero. Si tratta di una cascata di sonorità che ti investe senza via di scampo. E la miscela di sonorità che la porta, una fra le più felici combinazioni di quanto possano fare, da sole, una chitarra, un basso elettrico ed una batteria. Pedale, effetti e la voce quasi trattenuta di Hendrix a condire una canzone bella di suo, anche già solo cantata da Dylan.

Hendrix lo sento quando vado a correre. In cuffia è uno spettacolo. Ho scaricato (a titolo di pre-assaggio) l'ultimo suo fatto pubblicare dalla famiglia, recuperando vecchie incisioni negli archivi che ha lasciato. Album pregevole, anche al netto della tara dell'inevitabile sensazione di operazione “raschia fondo del barile” da parte della famiglia. Una goduria.

Tornando alla collezione di cd. L'altra sera dovevo aver i neuroni più effervescenti del solito ed ho intravisto uno spunto narrativo ai confini del lisergico, mutuandolo da La casa dei libri di Brautigan.
In breve un tizio sviluppa dei poteri strani che lo portano ad entrare nelle copertine dei cd.
Entrare è il verbo più appropriato: non ce l'ho, ma la finzione letteraria sorvolerebbe: Il tizio può entrare ad Abbey Road e interagire con i personaggi ivi ritratti, o con l'ambiente. Attraversare in senso opposto al quartetto di Liverpool la strada più famosa nella storia della musica, parlare con il signore che si intravede sullo sfondo, intento a salire su un auto. Oppure divertirsi a mungere la mucca che troneggia sulla copertina di Atom heart mother, o ancora entrare nella bocca, nemmeno fosse un'igienista, spalancata di In the court of the Crimsom King, per rilevare improbabili carie o gengiviti.

Un loop, che lo porta ad essere ricercato come Osama Bin Laden, invitato nei talkshow, parlare in diretta tv al mondo della sua incresciosa patologia.
E trovare, infine, conforto nel rassicurante salvadanaio del Banco del Mutuo Soccorso.
Come un nichelino qualsiasi.

5 commenti:

  1. Ciao, dimmi se ti è famigliare :)

    http://www.youtube.com/watch?v=9c2ZJPKz5u8&feature=related

    RispondiElimina
  2. Oramai le cover imperversano. Questa, mi sembra, nemmeno si possa chiamare tale. Piuttosto una libera interpretazione...per altro ho visto anche l'altra clip, sempre dello stesso arrangiatore, con titolo omonimo.
    Che dire ?
    Preferisco l'originale...e in ogni caso GRAZIE per la segnalazione !

    RispondiElimina
  3. Spero che tu non ti sia perso la fantastica trasmissione di Bollani e Riondino su Rai Tre!L'hanno incastrata in uno spazio, talmente piccolo, che la sigla finale di Bollani, (annunciata) è stata poi tagliata, ma un piccolo spazio è meglio di niente. Ho avuto la sensazione di assistere ad un programma di musica dal sapore clandestino per spettatori irregolari che lottano per i diritti dei propri neuroni. ciao Lorella
    p.s. non perdere le prossime !.

    RispondiElimina
  4. ops...credo di averla "persa", come dici tu.
    In ogni caso, Bollino e Riondani nun se possono sentì... (scherzo).

    Piuttosto, a cosa ascrivi la moda imperante di rifare cover ?

    A) la fantasia è alla frutta
    B) la bellezza non ha tempo
    C) magheggi delle case discografiche ?

    aloha

    RispondiElimina
  5. ABC) Alla fantasia delle case discografiche alla frutta, che magheggiano da tempo sulla bellezza?
    Aloba-aloba lorella

    RispondiElimina