L'altra sera sono andato a vedere uno spettacolo teatrale sui Pink Floyd, al teatro Brancaccio di Roma,
"Welcome to the machine".
La musica dei PF ha informato la mia adolescenza.
Uno dei primi album (rigorosamente in vinile) che ho avuto per le mani è stato Atom Hearth Mother. Credo di aver poi ricomprato in cd anche The dark side of the Moon, Wish you where here e The Division bell.
A vario titolo hanno scandito varie tappe della mia esistenza. Sento di dovergli qualcosa. E insieme, qualche riflessione.
Il proliferare di musical, spettacoli (recentemente ha fatto il sold-out una riproposizione del famoso concerto dei Genesis, The magical box) a cosa è dovuta ?
Inconsistenza dei gruppi attuali ? Sporca e semplice operazione amarcord di qualche attempato sessantottino, inserito per bene fra gli oliati meccanismi dello showbiz per razzolare incassi facendo leva sui ricordi ? Tributo secco a gruppi di indiscussa bravura ? Un po' tutto questo, credo.
Certo la bellezza di una musica è tale anche se de-contestualizzata, spogliata da tutte le circostanze storiche che l'hanno dettata. Eppure ne è indissolubilmente legata, dal momento che le forti venature lisergiche, l'utilizzo a man bassa di tutte le diavolerie elettroniche da sala d'incisione, di cui pure in quegli anni si cominciava a fare largo uso, insieme alle accessorie sostanze stupefacenti, l'hanno caratterizzata in modo molto forte.
Syd Barrett, per tornare allo spettacolo, è la figura intorno alla quale gira tutto il musical. Che consta di scene di ballo, senza una battuta, sostenuto da una band di quattro elementi davvero valevoli ai quali facilmente si perdona qualche arrangiamento non proprio pedissequo. Degno di nota l'a-solo della cantante che ha eseguito in modo pressoché perfetto il celebre pezzo che apre The dark side of the moon.
I testi, opportunamente tradotti e sparati da un monitor collocato in alto, sono stati una sorpresa.
Per la prima volta, complice lo spettacolo gestito appunto come una via crucis di Barrett, ho potuto apprezzare la loro crudezza, il grande senso di riconoscenza dei membri del gruppo verso la sua persona, doverosamente omaggiato tanto più, dopo la sua prematura scomparsa.
Dissacratori e pop, come mai mi sarei aspettato. Hai visto ragazzo ?
Quando eri giovane sentivi 'sta roba.Denunciano, con molti anni d'anticipo, gli ingranaggi dello star-system, the machine, che da il titolo all'opera “Welcome to the machine”.
Benvenuto nella macchina, dicevano, con portata profetica, se si considera sono stati scritti quasi 40 anni fa.
Quasi una vita.
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