13/06/10

Augmented reality

Con debito ritardo incamero nel mio vocabolario anche questo termine.
Il concetto è affascinante e si presta a profonde considerazioni. Suggestiona il fatto che la realtà, quasi fosse un'espressione algebrica possa essere implementata dalla sua percezione. Raffigurandola come un'espressione potremmo definire A la realtà e la “augmented reality” come + a (minuscola).
Quindi avremmo A+a. Mica male.

Si aprono nuove porte, nuovi concetti. Come si indossassero degli occhialetti che consentono la visione in 3D di un film d'animazione, di una partita di calcio ai mondiali. La realtà non conta più niente, se vista da sola. Da oggi il must è quel +a. Senza quel +a non ha senso visitare gli Uffizi, camminare nel centro di Roma, andare da casa al lavoro, fare la spesa. Vuoi mettere ?

Augmented reality, del resto è un'abitudine automatica che dovrebbe contraddistinguere chiunque si occupi di narrazione a mezzo scrittura. La più potente arma evocativa che abbiamo inventato (intendo qui come genere umano). Anche lo scrittore, addiziona, aggiunge alla realtà elementi di narrazione, la interpreta (o non la interpreta affatto, ma anche in questo caso c'è narrazione).
Nella “restituzione” della realtà si sono spesi i migliori intelletti della storia, da Tacito che nei suoi Annali ci rende edotti delle cose che accadevano ai tempi dell'antica Roma, a Milena Gabanelli che con ben altri mezzi fa pressapoco lo stesso anche oggi.

La cosa si presta ad interessanti implementazioni. Mentre stiamo dialogando con un assessore, ad esempio, tramite qualche congegno elettronico, potremmo venire a sapere il suo compenso, se ha procedimenti a carico (e se si, da quanti di questi è stato più o meno assolto). Mentre stiamo per comprare un libro (posto che sia un'operazione diffusa) potremmo ascoltarne un breve sunto da un auricolare che si attiva alla semplice focalizzazione di un pittogramma appositamente stampato sull'ultima di copertina che contiene le info necessarie (non nell'ordine) sull'editore, sull'autore, sulle critiche che ha suscitato . Idem per la scelta di un vasetto di yougurt dai banchi di un supermercato, conoscere da dove cazzo arriva il latte dal quale è derivato, sapere se e quante agitazioni sindacali ha vissuto lo stabilimento, quanti passaggi di mano e chilometri ha percorso prima di capitare nel nostro carrello. In breve, avremo un'indigestione di informazioni delle quali non sappiamo ancora bene cosa farci.

Augmented reality è in breve l'orizzonte prossimo venturo della nostra vita sociale.

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