Giorni fa, mentre cercavo qualche calzino in giro per casa, da qualche notiziario in tv ho sentito vagamente di una qualche presa di posizione dell’Onu alla quale (verrebbe da dire “puntualmente”) Israele si è opposta. Ho pensato, ecco, poi parlano di processo di pace…se non riconoscono valore nemmeno all’Onu, chi ci è rimasto ?
A scanso di equivoci, non ho nulla contro Israele, ne contro la possibilità che il suo popolo possa disporre di un territorio e viverci stabilmente.
Non ho nemmeno in particolare simpatia quei birbanti di Hamas, cosi lesti a mandare avanti le donne e i bambini, quando si tratta di soffiare sul fuoco.
Trovo che però tutta quell’area, fin che non si risolve la questione di due popoli in due stati, ha fornito e sta fornendo un motivo formidabile ai fomentatori di violenza (d’ambo le parti) per rendere di fatto impossibile qualsiasi processo di pace.
L’atto compiuto stamattina, posto che come dicono le varie agenzie mondiali, sia avvenuto in acque internazionali, si configura come uno dei più pesanti mai compiuti. A Roma diremmo, l’hanno fatta fori dal vaso. Singolari le ultime due righe del servizio CNN in calce alle dichiarazioni del portavoce dell’esercito israeliano che vale la pena riportare testualmente “Activists have said the Israeli soldiers opened fire on unarmed civilians. Neither account could be independently verified by CNN.”. Come dire, riportiamo quello che hanno detto gli attivisti, non abbiamo altro modo di verificare.
Diamo anche per buono che questa sia la versione degli attivisti.
Resta il fatto che ritengo responsabili tutti i paesi occidentali che, a fronte della puntuale opposizione alle risoluzioni Onu da parte di Israele, fanno spallucce, contribuendo ad irrobustire il senso di impunità e sottrazione a qualsiasi giudizio in ambito internazionale. Riflettendoci, il passo è breve: per proprietà transitiva, non ha senso mandare a morire i nostri ragazzi in conflitti generati (diamo pure per buono che si tratti di un pretesto a posteriori) dal risentimento del mondo arabo nei confronti di un Israele sempre più sostanzialmente impunito per i suoi eccessi.
Non ci sono giornate della memoria, dove, ho già detto, non già e non solo per le povere vittime dell’Olocausto si dovrebbe levare il monito a che non si ripetano più simili efferatezze, ma bensì proprio come cittadino del mondo, aborrire tutte le forme di sopraffazione che vedano al centro motivi etnici, quale che sia la nazione, non solo quelle maggiormente rappresentate nel gotha della finanza mondiale.
Non sono antisemita, lo ripeto. Ma azioni di questo tipo siamo noi a consentire possano accadere, con la nostra sostanziale (e falsa) terzietà rispetto a palesi violazioni del diritto internazionale.
Lei non è antisemita?, neanche io lo ero, poi ci sono diventata.Anzi, mi sto rendendo conto che pian piano sto diventanto anti-umana, (nel senso della specie)spostando il mio senso di appartentenza verso gli esseri animali. Spero solo che non si offendano. Ciao Lorella
RispondiEliminaHo molti amici ebrei. Sono stato in Israele, è una terra bellissima, e allora (era il 2000 prima dell'infausta passeggiatina di Sharon sulla spianata delle moschee a Gerusalemme) il clima che ho percepito (anche bene da semplice turista) era di pacifica coesistenza fra le diverse etnie. Direi di più, sono rimasto impressionato dalla forte interdipendenza economica fra ebrei e palestinesi (a dispetto di quanto ci arriva, gli uni hanno bisogno degli altri). Poi, al solito, quando ci si mette di mezzo la politica...
RispondiEliminaHa ragione, la politica di Israele è perfettamente in linea con le politiche delle altre nazioni del mondo,il che secondo me non fa che aggravare la sua posizione.Sono arrivata alla conclusione pensando che quando una nazione arriva a queste azioni lo fa perchè sente il pericolo venire dal suo interno. Scorrendo le pagine di storia vedo che i veri nemici sono sempre venuti dall'interno degli stati stessi.Per esempio,la muraglia cinese era impenetrabile, il nemico non sarebbe mai potuto entrare se nottetempo non gli fossero state aperte le porte da un ufficiale cinese,oppure in Iran, i deliranti discorsi vengono lanciati per paura che gli iraniani stessi lascino spengere il loro odio verso l'occidente.E anche in Israele,se ciò accadesse, se non ci fosse più un nemico, uno stato autoritario non potrebbe più giustificare se stesso.Due popoli, come lei ha visto con i propri occhi che convivono pacificamente sulla stessa terra che bisogno avrebbero di uno stato militarizzato? Ed in questo momento,in cui la pace fra israele e palestina sembrava fare qualche passo avanti, è arrivata questa aggressione che riporta indietro le lancette dell'orologio.Gli stati creano le situazioni per giustificare la loro esistenza. La prego mi dica che sbaglio. Lorella
RispondiEliminaCredo che alla lunga dovrebbe potersi affermare un concetto economico: molto semplice: conviene o non conviene cercare, e possibilmente ottenere, la pace ?
RispondiEliminaFino a che la comprensione (e oserei dire la definizione di convenienza) non sarà sufficientemente divulgata fra la maggioranza delle due popolazioni temo che continuerà ad essere come dice lei, Lorella, quindi non si sbaglia.
conviene o non conviene cercare la pace?
RispondiElimina"datemi il controllo di una nazione, e non mi preoccuperò di chi ne fa le leggi."
M.A. Rothschild
Ma anche di fronte all'evidenza,mi sono trovata una via di fuga: --non avere paura Lorella, sono solo uomini.
via di fuga.
RispondiEliminapercorso guidato per sfuggire alle emergenze.
Lorella scrivi a cletus19[at]gmail.com
via di fuga.
RispondiEliminapercorso guidato per non arrendersi alle emergenze.
Leggendo le motivazioni di questo articolo, è possibile annettere un altro, sinistro, significato, all'allocuzione "Autorizzazione a procedere" (a negare il diritto internazionale)
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/politica/10_giugno_03/ronchi-risoluzione-israele-errore-tutela-stato-diritto_1ade1a3a-6ef4-11df-bfef-00144f02aabe.shtml