19/03/09

Principianti, di Raymond Carver



Pomeriggio, aria tiepida, appuntamento dal dentista. Il dentista è uno forte. E' una persona che dev'essere ossessionata dall'agenda. Cosi ama far telefonare dalle segretarie per spostare appuntamenti presi da una settimana, anche solo di quindici minuti, quando va bene di mezzora. Transito davanti alla vetrina di una libreria, piccola coraggiosa libreria, ad una vetrina, fornita come può. Ma con una vetrina furba. Eccolo, è uscito. Entro, lo prendo (c'erano tre copie in tutto) ed esco.
L'evento dell'anno. Un libro che attendevo dallo scorso autunno, quando ho scritto questo pezzo qui.
Arrivo dal dentista. C'è da attendere, mi dice una segretaria. Mi metto sul divano (adoro leggere nelle sale d'attesa...va a capire perchè). Mangio l'introduzione sorvolando sul sospetto si tratti di un'operazione non proprio trasparente della vedova. Arrivo al primo, “Perchè non ballate ?”.
Lo divoro, e non posso fare a meno di violare con la penna le frasi che a braccio mi sembrano diverse dalla versione dello stesso racconto fin qui conosciuta (quella per intendersi, ascritta ai pesantissimi tagli di Gordon Lish).
Sono poche pagine. Scorrono, e nonostante noto alcune riflessioni fuggevoli dell'autore, che mi sembra manchino nel testo precedente, non posso fare a meno di emozionarmi. Forse è suggestione, forse sono caduto con tutte le scarpe nel giochino di Tess, ma non ci riesco: sento che sto per mettermi a piangere.

Un botto, a svegliarmi. Ad una signora che dialogava con le segretarie, appoggiata sul banco della reception cade una, evidentemente pesantissima, borsa.
Mi sveglio. E' il mio turno. Una ragazza, in camice, mi chiama.
Chiudo il libro, ripromettendomi di riaprirlo appena possibile. Perchè voglio capire perchè.
Perchè a me quest'autore fa venire da piangere. Forse mi compenetro troppo nelle sue storie, nel suo modo di raccontarle, scriverle.
Sto piangendo, adesso.

3 commenti:

  1. Anche a me Carver spesso fa venire da piangere.

    (R4)

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  2. R4 se non ti conoscessi a sufficienza, il commento in quanto tale sarebbe di ben altra interpretazione. (stavolta rido).

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  3. Effettivamente il commento poteva significare ben altro, ma dicevo sul serio!

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