04/04/09

Bluebird.

Rosanna Lambertucci


John Lee Hocker ha scritto (e suonato) un pezzo che si chiama cosi.
Lo sento quando vado a correre, sul simil ipod. E' ben scandito, con una sua organizzazione. E' un crescendo sostenuto dai fiati e dalla sua chitarra mai banale. E poi il vocione, con un giro ipnotico del basso.
Bluebird. E' un nome bellissimo.
Cosi, la mattina ti alzi e ti chiedi cosa sta facendo Melvin Taylor (che è anch'egli un ammiratore di John Lee Hocker), in quel di Chicago (che prima o poi dovrò andarci). La conoscenza del suo inizio di giornata, con cosa fa colazione, se la fa, come occupa il suo tempo appena sveglio, sottende il criterio che infondo è un essere umano (vivente) e in quanto tale farà le cose (oltre a sapere suonare molto, molto bene la chitarra elettrica) che fanno un po' tutti, quando si alzano al mattino.
Ecco, mi aspetto un libro sui risvegli di gente famosa.
Ad esempio, Giulio Mozzi. Che cosa fa quando si alza ? In che relazione è la qualità di un suo inizio di giornata con quella del resto della giornata ? E' una domanda lecita o vìola, in qualche modo, la privacy ?
Siamo disposti a credere che dal come si scende dal letto, in quella fantastica successione di attimi in cui ad esempio io, “riconnetto”, ovvero mi lascio piovere addosso cappotti di aggettivazioni, chi sono ? che cazzo devo fare oggi, e sopratutto perchè ? Sono interrogativi che partono da soli, come se guidati da un pilota automatico che se ne strafotte della notte mal dormita, della pessima qualità di ciò che hai ingerito la sera prima (vuoi esso solido o liquido, non ha importanza, qui).
Allora un testo cosi sono sicuro, potrebbe scriverlo una persona cosi, che ieri sera in una trasmissione sui libri (qualcuno sa spiegare perchè le trasmissioni sui libri sono orribilmente confinate in orari da metronotte ?) ha tenuto a precisare e rendere pubblico il modo nel quale ha perso cinque chili e ha deciso di farne un libro e questo libro ieri sera è stato inevitabilmente sottoposto all'attenzione di quei quattro gatti insonni, fra i quali il sottoscritto, che ad un certo punto, nauseato, ho spento.
Ma quando spera di crescere questo paese se a parlare di libri, in tv, è gente cosi ?
Se mai farò, con la Cletus Production, un programma sui libri lo chiamerò Bluebird.
Perchè mi piace. Come suona, E come blues.

1 commento:

  1. Beh, tu mi hai trovato tramite google ed io mi sono incuriosita e sono venuta a farti visita. Niente male.
    Scusa l'inizio leggermente OT ;-)

    Per quanto riguarda i libri e i programmi che ne parlano, sono pienamente d'accordo con te. Come si possa poi invitare la Lambertucci a parlare del suo libro di "diete" non lo capisco proprio. Con tutti i libri interessanti che ci sono, possibile che non abbiano trovato niente di meglio?

    Buona domenica,
    Chiara

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