04/11/08

L'insopportabile leggerezza del palinsesto.

Succede che per tenersi aggiornati, dopo la scelta di non comprare più quotidiani (il fuoco, nel camino si accende anche con altro), uno limiti la “spesa” al sabato per Tuttolibri (su La Stampa) e la domenica, per l'inserto de Il sole 24 ore. Hanno entrambi lo stesso oggetto: i libri, e in senso lato la cultura.

Succede che a firma Als Ob, ci sia un articolo, sulle ultime pagine (va detto che l'inserto del quotidiano in rosa è piuttosto corposo) che volendo essere leggero, o “di colore” come non amano dire in America in questi giorni, si occupi di televisione (non a caso, visto che l'occhiello recita...”telesponde”).

Ora, l'articolo in parola, prende in oggetto la programmazione pomeridiana sulle reti Rai, in particolare un programma che viene trasmesso in quella fascia e che ringraziando iddio, non conta certo gli indici d'ascolto dei tiggi né tantomeno quelli della cosidetta “prima” o “seconda” serata.
L'ironia con la quale l'autore si accanisce contro la soubrettina che lo conduce, nonché sulla vacuità dei temi trattati (nella puntata in esame, quello fra le coppie con la lei più “anziana” del lui) se pure in grado di strappare sul momento, un sorriso, di certo induce a più profonde riflessioni.

E la riflessione è questa. Deridere tali programmi è come sparare sulla crocerossa. Ho sempre provato curiosità nel voler comprendere le ragioni, palesi o recondite che siano, che portano chi è responsabile della programmazione a questo tipo di scelte. Che tipo d'Italia ha in mente? Dove si è formato la sua opinione, sulla scorta di quali dati o se sono nozioni dirette, da quali fonti desume che il propinare simile paccottiglia, prima ancora che esporlo alla severa e ironica critica del sig. Als Ob di turno, possa effettivamente incontrare il favore (si legge audience, è pane per gli sponsor) dei telespettatori che a quell'ora (ma chi sono ? Studenti svogliati ? Casalinghe ? Pazienti d'ospedale ? Detenuti ?) si trovano (loro malgrado ?) davanti alla televisione ?

E' importante saperlo. Cosi come sarebbe importante capire che dietro al birignao per i congiuntivi sballati di Carmen Di Pietro (no, non è parente), c'è tutta la chiave di lettura del paradosso italiano.
Fior fiore di intellettuali che, forti del loro snobismo, dall'alto dei pulpiti tuonano contro lo scadimento di quella che pure, a livello di canone, dovrebbe essere la tivu pubbblica (si, con tre b) che tollerano questa decadenza del costume con stizziti corsivi al vetriolo (quando e se se ne accorgono: difficile che a quell'ora siano davanti ad una tivu pure loro...) ma che sostanzialmente con il loro fare d'avanguardia, si guardano bene dallo sporcarsi le mani, chiedere e pretendere di aver voce in capitolo nella composizione dei palinsesti, che pure, trattandosi di rete pubblica dovrebbe interessarli sicuramente di più e meglio di quanto propinano quelle private (o commerciali, come si amava dire una volta, in ossequio ad un distinguo che, alla luce di come stiamo messi oggi, non ha più ragione di esistere, o è fortemente compromesso).

La faccio breve: finchè le uniche intelligenze in circolazione non prenderanno di petto la faccenda dell'auditel, mettendo fine a questo scomodo “convitato di pietra” nelle riunioni di redazione, che tanti danni ha fatto e continua a fare nelle coscienze del paese, aspettiamoci che l'unico vero orizzonte praticabile sia quello, tutto aventiniano e tuttosommato tipico di tanta intellighenzia a gettone che alligna nei posti chiave culturali del paese, di aver materia prima a disposizione per scrivere alla domenica, sul giornale della confindustria, spiritosi quanto inutili articoli di costume, capaci dello stesso impatto che può avere una polaroid.

Hanno talmente preso sul serio la loro parte, dal non accorgersi che, nel frattempo è ingiallita. E loro, con essa.

2 commenti:

  1. commento di Annarita Briganti: (http://annaritabriganti.blog.dada.net/)

    Confermo! Ogni tanto do una sbirciata ai cosiddetti programmi cheap. Quest’anno so tutto dell’isola ma non per questo mi sento meno ‘intellettuale’. Certo, la televisione italiana (mondiale?) potrebbe migliorare e abbandonare la convinzione, sbagliata e riduttiva, che i telespettatori siano stupidi ai quali offrire stupidaggini. Siamo molto meglio di quel che credono i geni dell’auditel. Il problema è che il trash, come direbbe il mio amico Labranca, ti cattura. Inizi a vedere un reality e sei fregato e dimentichi di ribellarti ammesso che si sappia contro chi.

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  2. Annarita, il trash non c'è bisogno di sorbirselo pure in Tv, basta uscire di casa e ci circonda.
    Il vero guaio è che oltre agli sponsor, vogliono anche il canone...

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