21/11/08

Miglior sesso, siamo inglesi

(o Sex, non in the city, ma into the books)

Succede anche di questo.
L'intento è nobile, la letteratura ha bisogno di liberarsi dai cattivi esempi. Quali ? Quelli di quanti, scrivendo, si sono macchiati dell'incapacità di saper descrivere l'atto sessuale, o lo hanno fatto in modo cosi insulso da meritarsi la messa al bando (con l'intento propedeutico, di evitare in futuro il ripetere tali cadute di stile).
Il sesso, il grande tabù viola, che nelle pagine dei libri, sta alla capacità di chi scrive evitare venga banalizzato, nella sua crudezza, a mero atto fisiologico.

Ecco quindi che un'autorevole testata Inglese (Literary Review) giunge addirittura a formulare un premio omeopatico, “le peggiori pagine di sesso mai apparse su un libro”. L'anno scorso se l'è aggiudicato, postumo, Norman Mailer, quest'anno il giudizio è sospeso, almeno fino al prossimo 25 novembre, in gara nomi da milioni di copie, come Paulo Coelho e un certo Campbell, già consigliere di Tony Blair (l'articolo adombra un suo coinvolgimento con la faccenda dei falsi top secret circa le armi di distruzione di massa in Iraq) e già scrittore con un passato di storie porno per le riviste del settore. L'organizzatore, in merito, ha dichiarato : «Serve per richiamare delicatamente l'attenzione degli autori e degli editori sulle scene di sesso crude, prive di gusto, spesso superficiali e ridondanti nei romanzi moderni. E per scoraggiarli».
Ora, ipotizzando un premio al contrario (dedicato alle migliori, invece) la mia personale classifica va:
al primo posto: Gustave Flaubert, per Madame Bovary.
Motivazione: la migliore descrizione, è quella che non c'è. Che lascia alla fantasia del lettore, ipotizzare (senza molti dubbi...e qui sta la bravura) cosa stia avvenendo nella carrozza nella quale la signora Bovary va a spasso col suo amante. Lo scrittore si attarda a descrivere il paesaggio, l'itinerario che compie la carrozza, ma si guarda bene dallo spendere una sola parola per descrivere cosa sta accadendo al suo interno. Più erotismo di questo ?


Al secondo posto: un racconto di Harold Brodkey intitolato «Innocenza» (nella raccolta Storie in modo quasi classico, Mondadori 1991).
Motivazione: Qui, al contrario, c'è il festival dell'estensione. La ridondante descrizione di un cunnilingus che si protrae per una ventina di pagine. La cosa strana è che nonostante la prolissità, l'esperimento narrativo riesce, ma per una sorta di assuefazione. Alla fine il lettore ne esce non già con un misto di nausea e/o noia, ma con la rassegnata constatazione che il concetto di tempo dilatato è proprio alla base della narrativa.

Something else ?

2 commenti:

  1. Tre pagine di sesso ogni cento, questo il consiglio dei migliori editori per vendere...
    ciao
    Paolo

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  2. Paolo, il problema non è quanto se ne scrive, ma COME si scrive. Credo.

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