24/11/08

Report


Ovvero il giornalismo d’inchiesta.

Report ne ha fatta un’altra delle sue. Ieri sera è andata in onda una puntata dedicata al problema dei rifiuti a Roma (“L’oro di Roma”)..
Nel corso della puntata è stato inserito un “fuori-onda” nel quale un assessore regionale, con linguaggio colorito, si esprimeva circa l’ineluttabilità che al momento, a Roma, ci sia un’unica Azienda che in totale regime di monopolio, ha in carico tutto il ciclo rifiuti (smaltimento, incenerimento, produzione di energia dai rifiuti combusti).

Oggi, si apprende dai lanci d’agenzia, l’assessore in parola presenterà le dimissioni. Tralasciando ogni e qualsiasi giudizio di merito (che già basta il carosello di voci, sinteticamente riportate a commento della notizia: c’è chi si è svegliato oggi, chi ne approfitta per regolamenti di conti “politici, chi ancora rincara la dose contribuendo a sollevare una tale nuvola di polvere che quella degli inceneritori, al confronto, è impalpabile cipria), la domanda è: cosa è che fa più scalpore ? Che un servizio pubblico, assolva a questa definizione, mettendo mano a quello che manca nel paese: ossia il cosiddetto giornalismo d’inchiesta, o il fuori.onda stile striscia la notizia ?.

Parliamo dell’Italia, non degli USA. Lì, con il Watergate, hanno mandato a casa dei presidenti.
Da noi, Saviano a parte, la disciplina è in ribasso. Vuoi per l’assetto proprietario delle testate. Vuoi per un ceto di addetti ai lavori che sostanzialmente espropriato di una funzione che gli dovrebbe essere connaturata: quella di approfondire i fatti, svolgere inchieste, senza timori reverenziali per nessuna parte politica, di fatto nicchia o fa finta di non vedere.
Qualcuno sospetta che, via Report, si stia giocando una battaglia dai lunghi coltelli fra la sinistra radicale (dalle ultime elezioni sostanzialmente in carico al WWF) e la sinistra “riformista”.
La destra, dal canto suo, gode stando alla finestra, assistendo a questa lotta fratricida.

Un'unica considerazione. Proprio la disabitudine a questo modo di fare giornalismo (che invece, implicitamente è un sale per la democrazia, nella sua accezione più pura), dimostra che l’utenza non è preparata. Tanto circostanziata e corretta è l’analisi di una situazione (dati incontrovertibili: il regime di monopolio nell’affare rifiuti è sotto gli occhi di tutti), quanto maggiore è lo sgomento di chi lo apprende via schermi televisivi e si sofferma sull’implicita “macchiettizzazione” di un protagonista, non proprio di secondo piano.

Già in passato, ai primi di maggio, ad urne appena chiuse per l’elezione del Sindaco di Roma, andò in onda una puntata simpaticamente intitolata “I Re di Roma”, dalla quale si è appreso dei giganteschi interessi che hanno ruotato intorno al Piano Regolatore Generale, fra il ceto dei “palazzinari” e il potere politico del Campidoglio nonchè la portata mefitica del cosidetto "accordo di programma".

Ora, non so di che ufficio legale disponga la redazione di Report. Immagino che avrà il suo bel daffare, con tutti i vespai che solleva, quando alza il coperchio su realtà che ci riguardano tutti. Quello che so è che a fronte di queste inchieste, che come si diceva una volta “non guardano in faccia nessuno”, proprio gli addetti all’informazione dovrebbero porsi quest’elementare domanda “ma io come me lo guadagno il pane ?”.

4 commenti:

  1. Sono molto perplesso sul metodo. Molto molto.
    Non mi piace , che te devo di'?
    Se io ti intervisto per 2 ore, poi dico ok l'intervista è finita, spengo la telecamera, e invece faccio finta, tu allora parti a parlare come magni perché ti fidi dell'intelocutore, sei disposto a dire qualcosa in più off-record pur sapendo che quello è un giornalista di Report, ma lo conosci da anni, ripeto: ti fidi, e poi in TV ci va solo l'intervista "rubata"... a me questo non piace, punto.
    E' un "uso criminoso" come direbbe il Berlusca/Guzzanti del mezzo che mi spaventa. "Qualunque cosa" abbia detto il tizio al giornalista. Qualunque cosa. Pure le prove del bacio fra Andreotti e Riina. E' troppo facile, troppo.
    Di rapporti personali e confidenziali fra giornalisti e uomini di potere è pieno il mondo e la storia. Ma non funziona così. Funziona che tu raccogli le tue informazioni, le sfrutti, indaghi, approfondisci, ma non sputtani l'amico.
    Ezio garantista
    ciao

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  2. Ieri sera, dalle 19 alle 20, l’autore del servizio si è donato via forum, agli ascoltatori, sul sito di Report. Mi sono registrato al volo (e le domande sono ancora li, credo, a testimoniarlo) per ben tre volte ho chiesto all’autore timidamente se avesse avvertito l’assessore che lo stava riprendendo e/o che avrebbe mandato in onda il fuori-onda (si perdoni il bisticcio).
    L’autore si è ben guardato dal rispondere. Alla fine ho concluso che s’era fatto tardi e forse era ora di andarsi a fare tutti una bella coda alla vaccinara (che personalmente, comunque, aborro).

    Stasera, dai microfoni di radio 24 (ero tanto per cambiare intento a cercare di tornare a casa su arterie graziosamente dimensionate dagli amici dell’assessore in parola) ho ascoltato un’intervista all’assessore. Dopo delle scuse esagerate per il linguaggio (ci avesse preso tutti, noi ascoltatori, per degli inamidati scolaretti freschi di Oxford...?) è passato ad invitare l’autore della “mascalzonata” a mandarlo tutto il fuori-onda e non solo la parte che è stata poi trasmessa e che dilaga su youtube et affini.

    Come sostenevo nel post, arrivati a questo punto si conferma ciò che temevo. Ossia, se con questo modo di fare giornalismo, gli autori mettono nel conto che la portata della loro denuncia viene inficiata da episodi come questo (sui quali, sostanzialmente concordo con te, forse un briciolo di professionalità non guastava) o se ne strafottono alla grande (come ho sentito approvare da diversi conoscenti coi quali se ne parlava oggi) e in barba al risultato (aver comunque messo in chiaro come stanno le cose a Roma circa la faccenda rifiuti) si accontentino solo dell’inevitabile polverone che ne scaturisce.

    In altri termini, o ci sono o ci fanno. Quello che resta, code alla vaccianara a parte, è un quadretto certo non molto edificante (e direi abbastanza indicativo se in quest’ottica si volesse leggere l’elezione di Alemanno vs. Cicciobello) del modo di governare di una certa sinistra (in questo caso romana, d’accordo, ma vedi bene da dove proviene l’attuale segretario del partito democratico).

    Punto.
    Le chiacchiere stanno a zero. Preferisco duemila volte “le scorrettezze” di una troupe come quella di Report, ai silenzi e al modo di governare di questi signori.

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  3. Tra l'altro, basterebbe pensare a quanto lavoro e progresso veri si potrebbero trarre da investimenti sullo smaltimento dei rifiuti e soprattutto sulle energie rinnovabili, per capire come si esce da una crisi come questa senza per forza sostenere aziende decotte.
    E sto parlando di strategie europee, neanche solo italiane. Ma, per adesso, diamo una mano ai banchieri, dice Tremonti.

    Valter Binaghi

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  4. Il modo fissa le regole condivise. Violare l'etica non produce una buona prassi, per me.
    Ezio

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