17/12/08

La lunga strada di casa


Durante il tragitto per il ritorno a casa, si scatenano epifanie.

Col cazzo che è un momento tranquillo della giornata. Macchè.
Intanto hai la brillante idea di tornarci, posto che non abbia altro da fare (e che tu ce l'abbia, una casa), più o meno quando tutti hanno la tua stessa idea .
O almeno, tutti coloro che per muoversi, nella capitale d’Italia, governata dalla sinistra per quasi un trentennio (quasi perché c’e’ stata la parentesi del centro-sinistra, con Carraro) hanno la pessima idea di farlo a bordo di un’automobile.

Allora, per irretire la noia dei continui cicli (...prima, seconda, frena che quello davanti ancora a quello che ti sta davanti ha frenato, gli si sono accesi gli stop- quando li vedi - e posto tu non sia preceduto da un furgone, in tal caso rallenti e fai in modo che fra te e il furgone ci sia un’altra auto e ti auguri che il conducente di quest’ultima non abbia problemi che abbiano a che fare con la percezione della realtà, quantomeno in ordine alla quantificazione metrica dei propri, soggettivi, tempi reazione alla frenata, del furgone appunto...altrimenti noti col termine “stop and go” che come espressione, ha anche un suo certo fascino zen…(riprendo fiato che il periodo m’è venuto lunghissimo)…dicevo per irretire questa benedetta noia, hai la pessima idea di accendere una radio.
Una a caso, mettiamo Rai Uno, mettiamo che capiti proprio mentre c’è il giornale-radio delle diciannove, pomposamente accappellato dalla voce perentoria della speaker che ricorda agli ascoltatori che il direttore è tal Antonio Caprarica (di cui ricordo le indiscusse doti di humor, prima ancora che in virtù delle sue mai rinnegate origini salentine, soprattutto affinate dal lungo soggiornare in quel di Londra, in veste di corrispondente per il Tiggiuno, invece).

Allora, allucini. Perché l’idea non è cosi felice come sembra. Ti piovono addosso cose che ti ricordano la frase pronunciata da Rutger Hauer in Blade Runner (che ho rivisto ultimamente in versione rimasterizzata mettendomi quasi a piangere per la bellezza della colonna sonora di Vangelis)

"Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare. Navi da combattimento in fiamme a largo dei bastione di Orione e ho visto raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser"

Allora, ecco, non capisci. Non capisci cosa stia succedendo. La seconda puntata di Manipulite, stavolta versione 2.0, quella che guarda a sinistra, al partito che reclamava la diversità (da cosa ?). E per aggiungere sconcerto a sconcerto: Un ministro che entra a piedi pari in una faccenduola privata come la sospensione dell’alimentazione ad un essere umano che da quattordici anni è in coma. E ancora, non contenti dello sconcerto, la seconda (o terza, poco importa, qui) carica dello stato, che fino a pochi anni fa, epigono di quel partito che si ispirava al celebre ventennio di infausta memoria, soprattutto in ordine a quella simpatica idea delle leggi razziali, polemizza apertamente con l’altro totem tabù della chiesa (il minuscolo non è un refuso) rinfacciando il sostanziale disimpegno, all’epoca, dal problema.

Fai fatica davvero a capire. Pensi a tratti che la tua macchinina-astronave t’abbia scaraventato piuttosto che su una delle più congestionate arterie romane, in un buco spazio-temporale. Nel quale hanno buon gioco i vecchi detti, chi di magistratura ferisce….di magistratura perisce, Il tempo (non) è galantuomo, e “meglio vivere un giorno da leone che uno (quattordici anni) da sostanziale vegetale”.

Ecco, è che non capisci. Non capisci. Per quanto ti voglia sforzare, non capisci.
Code alla vaccinara, a parte, se questo è il “modo”, beh, meglio staccare la radio, selezionare quel brano del cd che autorizza a pensare di trovarsi nel Procasma, e che sul palco ci sia quella band di grassi e cazzuti uomini neri che suonano da dio, cosi, per allietare il tuo ritorno, a casa.
Poi, che si trafottano, nell'ordine, ma anche no, un pò tutti...

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