Roma, Palazzo dei congressi, lunedì poco dopo le 14.
Entro, in ritardo, con figlia intemperante al seguito (più tardi, mesto et incazzato la riporterò a casa della su mamma, poco distante).
L'appuntamento è con Annarita Briganti, deus ex machina del booktrailer, questo sconosciuto.
Parterre da grandi occasioni. Annarita conduce con piglio e autorevolezza, non senza un tratto gentile che la contraddistingue, a partire da ciò che abitualmente scrive (ad esempio, qui).
Si comincia, da due schermi, accuratamente disposti nella lunga e transitata sala, situata nei seminterrati del palazzone. Scorrono le immagini dei booktrailer, in blocchi di due tre per volta.
Brevi commenti a giro, dei presenti. Mi annoto quello di Simonelli, che raccomanda di non dimenticare che un booktrailer, pur nella sua indefinitezza, serve alla fin fine a far vendere un libro.
E' un richiamo all'ordine, dettato, presumo, dalla necessità di definire un ibrido per definizione.
Parlare di un testo, attraverso suoni ed immagini. Una cosa solo fino a qualche anno fa impensabile.
Vogliamo metterci un grazie, per l'effetto mentale, alla rete ? La rivoluzione dell'ipertesto, forse parte tutto da li. Estendo: finora da un testo ne veniva tratto un film. Ma usare un film per promuovere un testo è cosa relativamente nuova.
Simonelli, col suo discorso, disegna un'esigenza d'ortodossia che non c'è. E' la manifestazione dell'impotenza della definizione. Anche gli spot hanno la loro Cannes. Il limite è quello di tenere in un recinto ciò che non può, proprio in forza della sua natura, essere recintato anche a costo di dover scongiurare, come ha detto lui, di fare “cose belle ma costruite su se stesse”.
Scorre il primo blocco. Subito dopo parte un altro giro d'interventi. Parla Luccone (editor di Nutrimenti) che ha presentato La cura dell'acqua, di Percival Everett.
Parla Monica Mazzitelli, “un bel contrometraggio, ecco cos'è un booktrailer”, che sappia trasmettere “l'ansia di un libro”, che abbia capacità interpretativa. La RAI sfoggia il suo trailer che subito si guadagna l'aggettivo, "è alla Minoli”, giudicano un po' tutti. Prende la parola Bonfiglio (di Fermento) fa in trenta secondi la storiografia del booltrailer, si disegna come pioniere, dice che un trailer costa moltissimo, per un piccolo editore è un budget di 5/6000 euro, ma arriva al punto subito “dove li facciamo girare, questi trailer ?”. Ma su www.bookchanel.it, ovviamente, si affretta a dire. Subito Annarita, in modo gentile lo stoppa per riportare il dibattito nell'ordine stabilito. Finito lo spot autocelebrativo si prosegue.
"Spingendo la notte più in la", Aggiungere un piano di lettura ad un libro, si dice, più o meno.
Mondadori sfoggia il testo di Calabresi (ne parlerà la responsabile, Daniela, decisamente avvenente di Rai Cult). Poi ancora, il Totem del lupo. Poi parla Francesco Forlani. Un intervento che si incarica di svegliare il pubblico acquiescente. Peccato che dopo uno spunto brillante iniziale si perde....Chiede espressamente di non essere inquadrato nel mega schermo. Mi aspetto uno di quegli esperimenti estemporanei che sappiano coinvolgere oltre il dovuto la platea.( tipo...io sono il libro, non mi vedete vero ? Ma potete sentire la mia voce....ecco, una roba cosi, per svegliare le sinapsi). Mi sbaglio, perchè l'intervento poi piega nella celebrazione (e che cazzo, non lo conoscete ?) di un certo Sasha che evidentemente la gran parte dei presenti ignora essere il lead voice di un gruppo chiamato Novantanove Posse. Prende parola il responsabiledi Keitai, col quale mi fermerò, più tardi a scambiare due parole, veramente interessante.
Scorrono altri trailer, ma il tempo è tiranno, siamo ai saluti finali.
Proseguo per la mostra. Incontro amici, facce note, conoscenti. E alla fine compro. Prendo due copie dell'ultimo di Brautigan. Un western gotico, c'è scritto sulla copertina. Come si fa a non comprarlo già solo per questo ? Una copia è per un amico che mi ha appena spedito il suo. La mia maniera, provvisoria, di ringraziarlo con questo, non avendo nulla di mio ancora dato alle stampe.
Poi prendo dallo stand di Sellerio Il gioco delle tre carte di Marco Malvaldi, appena incensato da Annarita, e presente sul palco dei conduttori.Trovo il tempo di prendere, ancora: un quadernetto sulla cui fascetta c'è questa massima attribuita a Picasso “ Si può restaurare l'animo umano dopo il più orrido dei delitti, ma mai riguadagnare l'onore perso a causa di una gaffe”. Siccome l'argomento mi riguarda (pratico lo sport a livello amatoriale), prendo questo Quadernetto sulla gaffe, di Giuseppe Manfridi per Gremese. Dallo stand Ubaldini, prendo un testo dal titolo promettente “Scrivere Zen”. E infine, dopo un paio di calendari su Roma (infondo le feste sono vicine e un pensiero non si nega a nessuno) mi fermo allo stand di Derive e Approdi per prendere un testo strano “Partita a pugni”, “Indagine per foto, parole e smash nel pugilato italiano". Che è una roba che mi manda in visibilio.
Sono le diciannove e trenta. Esco, provato, dal Palazzone. L'Eurcine è a due passi. Mi aspetta l'ultima fatica di Clint Estwood, The changeling, ma di questo, magari, ne parlerò un'altra volta.
CIAK, SI GIRA!
4 giorni fa
Cletus, grazie per questo resoconto appassionato e sincero. Ovviamente non sono d’accordo su alcune considerazioni mentre sono d’accordo con Simonelli, i temi da lui sollevati meriterebbero più spazio e sicuramente li approfondiremo, e ho apprezzato molto la performance di Forlani, risposta perfetta alla logica del profitto. Nessuno la rinnega ma ogni tanto abbiamo bisogno di eccentricità e ‘artisticità’. E grazie per essere venuto! Annarita
RispondiEliminaehi ciao!
RispondiEliminaio invece sono d'accordo con il commento. in realtà l'intervento originario era proprio quello ovvero se quando si parla di libri l'autore normalmente invisibile si fa vedere, quando si parla di book trailer ovvero di ciò che si vede, l'autore deve sottrarsi a quella visibilità. però poi l panza ha preso il sopravvento e qualche volta ragiona qualche volta no, si affida alla sensibilità di chi c'è. E' che la parola Budget la odio come voi odiate dio, direi parafrasando Baudelaire, e che quando mi viene data la parola penso sempre ai miei compagni d'arte tanto più che quelli erano stati tagliati per disguidi insieme ai titoli di coda. Comunque d'accordo con te, del progetto era rimasto solo lo slancio iniziale: vedo non vedo
no Pub No Propaganda
no Video Clip No Spot
visione is not tele visione
effeffe
Ehi Clè, "Scrivere zen" l'avevo adocchiato pure io, poi dimmi com'è, mi interessa.
RispondiEliminaIgnoro il motivo per il quale il commento 2 scritto da Francesco Forlani (che ringrazio) sia stato attribuito da blogspot a tale Andrea Raos, che non ho il piacere di conoscere. In ogni modo, per senso di doverosa attribuzione, mi si chiede di specificarlo qui, qualora non fosse ben chiaro.
RispondiElimina(in ognicaso l'effeeffe finale lasciava ai più, pochi altri dubbi: trattasi di Francesco Forlani in persona).
Scusate. Tutti.
Posso solo dire che mi sarebbe piaciuto esserci... ma qui a Milano non esiste nulla di simile, vero?Torino, Belgioioso, Roma...
RispondiElimina(cletus, dovresti lasciare dei sassolini bianchi...)
Per tiptop: a Milano il 17 gennaio scorso ho organizzato il premio “Di cosa parliamo quando parliamo di booktrailer?” La seconda edizione dovrebbe essere sempre a Milano a gennaio 2009. Ci sto lavorando. Darò più informazioni qui http://annaritabriganti.blog.dada.net/
RispondiEliminaGrazie Annarita, ho preso nota dellink, e anche curiosato... son nessuno, scribacchina (scribacchiona) da blog ma mi piace respirare libri.
RispondiEliminaeffeffe pensa che casualmente ti ho tra gli amici di fb...