24/12/08

Una telefonata (stavolta vera)

Ieri, 23 dicembre. Ore 11 circa. Sono nel traffico impazzito della città.
Suona il cellulare. Non guardo nemmeno il numero sul display: sono intento a non rovinare il Natale ad una nonnina, che armata di carrello, ha deciso di mettere alla prova, prim’ancora che il mio senso dell’umorismo, la capacità dell’impianto frenante della mia auto, sbucando fra due macchine parcheggiate in doppia fila.

Pronto, ciao sono Alessandra della SIAE; c’è Daniele ?
Una voce come una ventata, appena aperte le finestre di una stanza carica degli umori di una notte (maldormita).
Scusi ?
Cercavo Daniele, sono Alessandra Siae Roma. Mi dice come potrebbe essere un cognome, uno di quelli doppi, che so, tipo Padoa Schioppa. No, lei fa di cognome Siae Roma.
Realizzo che forse non è me che stia cercando sebbene abbia da poco depositato qualcosa anch’io in Siae (Depositare mi fa morire come espressione: riconduce ad una gallina…con le uova…ma è Natale, adesso)
Continua a parlare, il bluetooth si incarica di spargere al meglio questa voce nell’abitacolo, come uno spray di quelli che si usano dopo che vai in bagno. Un dust (o comecavolosichiama) per i miei pensieri.

Prendo la parola, scegliendo il registro conviviale, infondo costei ha una voce anche simpatica.
Alessandraaaaa. Cerco di andarle sulla voce…che è un torrente in piena….Alessandra senti…
In modo molto prosaico…temo semplicemente che tu abbia sbagliato numero…ho depositato è vero qualcosa anch’io in Siae, ma qui non c’è nessun Daniele…

Lei tace, per qualche secondo. Io continuo a guidare: circonvallazione Ostiense è un Camel Trophy,
Poi, con piglio se possibile maggiore di prima, sento che mi dice…
Va bene, adesso mi passi Daniele ?

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