16/12/12
Tutto tutto, niente niente. Ma proprio niente.
10/12/12
L'importanza di essere indipendente
18/11/12
7 psicopatici, di Martin McDonagh
Staccato il biglietto sulla forza di qualche recensione letta di striscio e qualche megaposter appeso in città da qualche giorno. Pensavo fosse uno spettacolo teatrale.
Invece è un film, che mi ha lasciato perplesso. No, nessuno spoiler. Tranquilli. Chi vorrà, potrà andare a vederlo indipendentemente da queste righe. In ogni caso.
Sono uscito dalla sala perplesso. Il cast è eccezionale: attori bravissimi e famosi (su tutti mi è piaciuto Christopher Walken), il plot anche. Un meta-film. La storia di uno sceneggiatore in crisi creativa, attorniato da personaggi strampalati. La sceneggiatura che sta scrivendo narra di psicopatici, ma nella mente dell'autore (un bravo Colin Farrell) c'è un finale a sorpresa.
Sembra una parodia (mal riuscita) di un film splatter di quelli che ti aspetti sia girato dal Tarantino di Pulp fiction. Forse negli intenti del regista lo è pure. Ma qualcosa suona stonato. Forse l'epilogo, forse qualcosa è fuggito di mano. Non convince. O meglio, potrebbe farlo alla grande, vista l'idea di partenza.
Mi aspettavo un film dal quale esci con le mascelle slogate dalle continue risate. Invece in sala si ride poco....forse colpa solo delle mie troppe aspettative. In ogni caso da vedere, se non altro per passare un'ora e mezza immersi in un'atmosfera sulfurea, con ritmi incalzanti, e con un'ottima fotografia.
La colonna sonora, degna di nota.
Insomma, un ottimo soggetto, ma girato un po' frettolosamente.
Immenso Tom Waitts nel finale.
Bah.
06/11/12
Due note al volo intorno al tema della musica Jazz.
E’gran bagarre intorno alle dichiarazioni attribuite all’attuale Ministro della Cultura che ha definito la musica Jazz non appartenente alle nostre radici.
L’affermazione del Ministro Ornaghi suona, alla luce della contingenza economica che ha dettato lo stop ai finanziamenti ad Umbria Jazz Winter, come la classica pezza peggiore del buco.
Il governo cosi lesto ad alzare le pensioni, la corte costituzionale cosi sensibile alle ragioni di chi, guadagnando dai 90000,00 euro/anno nel pubblico impiego, dal cancellare il pur irrisorio contributo di solidarietà, ha perso un’altra occasione per tacere.
E’ vero che le radici di questa musica non ci appartengono, ma sostenere questo come motivazione all’interruzione di finanziamenti di manifestazioni al Jazz dedicate significa, sostanzialmente, non riconoscere cosa è diventata oggi la musica. Credo che al ministro sia del tutto estranea la tendenza al sincretismo, quella forza centrifuga che oggi corre da un lato all’altro del pianeta, contaminando, reinventando, in un naturale processo di sviluppo, la cosa che meno di tutte conosce confini: il suono.
Cosi il jazz, piuttosto che la classica, o ancora il Rap o il R&B rappresentano semplicemente l’uomo, la sua maniera di manifestare la sua essenza, attraverso le note. Proprio ieri si parlava di Zawinul. Per definizione era un’apolide. Sorriderebbe a leggere le dichiarazioni di Ornaghi. Poi, scrollando le spalle continuerebbe a fare quello che ha sempre fatto: conoscere, sperimentare, aprirsi all’incontenibile bellezza della musica, facendosi beffe dei commenti oscurantisti e tardo-protezionistici.
Nemmeno De Gaulle, cavalcando lo sciovinismo che lo pervadeva, sarebbe arrivato a tanto. Ornaghi, corregga, trovi un’altra motivazione ad una banale questione di indisponibilità finanziaria. Ma lasci stare la faccenda delle tradizioni. Almeno quando parla di musica.
03/11/12
Scene dal Cosmodromo di Baikonur
[per gentile concessione di Mario Pischedda-http://mariopischeddainmovement.blog.tiscali.it/]
[starring: Gesuino Deiana http://www.myspace.com/gesuinodeiana]
01/11/12
Elogio di Soul Sacrifice (Santana)
29/09/12
Fuori contesto

21/09/12
Ridi che ti passa....
16/09/12
Take the money and run !
qui l'omonimo pezzo della Steve Miller Band...
25/08/12
Hai dato uno squillo e stai per tornare (alla casa del Padre)
Ciao Neil, fa buon viaggio.
Voglio ricordarlo cosi, in una veste inusuale rispetto al suo aplomb di integerrimo ufficiale di aviazione. Neil Armstrong in uno dei suoi rari momenti di ilarità amava raccontare il significato di una frase sibillina profferita subito dopo lo sbarco sulla luna. La frase era Buona fortuna Mr. Gorsky. Impazziti per tentare di decrittarla, alla fine la spiegazione, a lui attribuita fu che da piccolo
http://www.nasa.gov/topics/people/features/armstrong_obit.html
Poligono a cielo aperto
07/08/12
Memorial (Down Zero, NY)
Se volete potete scaricare una visualizzazione (rendering) dell'intera area quando sarà ultimata: qui
06/08/12
A caccia di aragoste (NY estate 2012)
05/08/12
The blues, o almeno...
La fretta della partenza ha impedito un'accurata ricerca dei luoghi dove si suona il blues a New York. Il sogno nel cassetto rimane quello di raggiungere Chicago e farsi del male al Mama's Lounge, dove si esibisce almeno un paio di serate a settimana un mio mito Melvin Taylor.
04/08/12
New York, ancora
Scrivo per non andare a dormire.
sarcastico...”Ma quanto costi ? Me te compro a te e tutto il locale!!!” allontanandosi lesto facendo spallucce. Per inciso, alla fine mi sono seduto ai tavolini sul marciapiede di un altro ristorante, giusto difronte al suo, non senza essermi assicurato di essere visto.
02/08/12
New York 2,3,4
1
Ieri passeggiata "doverosa" sulla High line. Il tracciato sopraelevato di una vecchia ferrovia, un nastro di acciaio largo 5,6 metri sospeso ad una decina di metri da terra, lungo un paio di chilometri, completamente rimesso a nuovo e ospitante un giardino pensile. Famigliuole, anziani, alternativi. Da sotto la copertura- sta piovendo- costituita da un'altra ferrovia?- arrivano le note di Henry Mancini (theme of Pink panter) soffiate da un sax, fuori luogo per niente.
Piu' avanti, in un concerto di cantieri, una zona spianata dove ferve l'attivita' di deolizione e ricostruzione. E'un quartiere (l'ex zona dei mattatoi, dove ti aspetti di vedere Rocky andare a prendere le bistecche dal cognato scemo) del quale si stanno impossessando le griffe per farci dei mega store alternativi, in ossequio ad una ossessione bizzarra che vede l'imperativo a vendere farsi filantropo, urbanista, rinascimentale. Se ho i soldi ristrutturo, altrimenti lascio tutto all'abbandono.
2
Su una facciata nuda e imponente di un vecchio edificio scorticato e con a vista l'ordinata trama di mattoni resi neri dal tempo, l'occhio va a un minuscolo cestello sospeso ad un'altezza impossibile, che contiene due poveri cristi che dondolano paurosamente dentro questo cestello sospeso ad un'altezza importante. Stanno posizionando un mega poster che reclamizza il Moet Chandon. Ecco, in un'immagine il condensato di migliaia di trattati sociologici.
3
Il mercante antiquario ebreo (di origini italiane) che condensa in dieci minuti di conversazione la summa dei manuali di tecniche di vendita. Portando il prezzo di un oggetto del quale mi sono innamorato passandoci davanti all'alba in tutte queste mattine fatte di ricerca rabbiosa di espresso quando ancora tutti o quasi i negozi sono chiusi, da circa 2600$ a 1000$ di meno, lasciandomi pero' ancora perplesso intorno alla necessita' dell'acquisto.
4
Il blues. Nel tempio di B.B.King (del quale anni fa ebbi anche il coraggio di leggere un imponente biografia)...Dove la necessita' di mantenere un'ottantina di figli costringe l'uomo che ha fatto piu' chilometri al mondo per eseguire concerti a mettere su un paio di locali, uno emblematicamente chiamato Lucilla grill, prendendo il nome della sua fedele chitarra, l'altro un luogo dove ospitare in una cornice da sagra un locale per lo piu' destinato ai turisti di bocca buona (anche se va detto che in calendario ha nomi di tutto rispetto (peccato per date che mi vedranno dall'altra parte dell'oceano). Un gruppo onestissimo, una decina di elementi dall'eta' media in quota INPS, che si chiama For ever Ray esegue in modo piu' o meno pedissequo il repertorio del mito del R&B, Peccato che il chitarrista, quand'e' il momento del suo a-solo, stecchi come posso farlo io quando inforco la Fender per scacciare la malinconia. Rimane da apprezzare la bravura delle coriste (e l'avvenenza della piu' giovane di queste), insieme con la visita, tavolo per tavolo, del cantante che passa a salutare come fosse nel salotto di casa, gli ospiti che ancora si attardano ai tavoli prima di defluire nel caotico traffico della sera, distribuendo calorosi "God bless you".
5
Scrivo queste note in una mattina freschetta, seduto agli sgabelli di un caffe' (l'immancabile Starbucks) mentre ho davanti in un unico colpo d'occhio, degli operai intenti al restauro dell'atrio di un importante albergo, la sfilata dei grattacieli e la torre del Chrysler, che a quest'ora riflette il sole dalla sua guglia art deco' bellissima, mentre Jonis Joplin canta dalle casse del caffe'. Ho raccolto materiale per documentarmi meglio sulla NY dell'art deco'. Mi piacerebbe scrivere una roba semi seria con lo stesso tono usato da Landis per il suo Ghostbusters per rendere omaggio alle decine di gargoilles che ornano i migliori edifici del periodo (che sono tanti). A corredo un bellissimo libro fotografico, una sorta di guida, sui cimiteri di NY, con lapidi ed epigrafi. Se ci riesco oggi ci vado. Chiaro che lascio in camera anche altri due testi, asmacccatamente commerciali, ma che fanno bibliografia empirica, dedicati ai fantasmi di NY. Spero di non trasformarmi in uno di questi.
29/07/12
New York 1
New York in ogni caso si sarebbe ben prestata ad ospitare una qualche sua narrazione. Contrariamente a Garcia Marquez che non vi puo' mettere piede per via di un qualche suo bisticcio, Bolano avrebbe avuto titolo diciamo cosi, "d'ufficio". Non foss'altro per le pene patite ai tempi di Pinochet.
Egli in altre parole, avrebbe letto negli occhi delle persone che camminano, smarrite di prima mattina (non ricordo chi diceva...se vuoi capire una citta' percorrila all'alba) nei volti di coloro che come te hanno ritenuto di alzare il culo dal letto in orario non convenzionale.
Nei tratti, negli sguardi, nei modi di camminare capisci di piu' e molto meglio dell'architettura, dell'urbanistica, della maniera di vivere un luogo meglio che dai frontoni di un edificio, per quanto ben realizzati.
Metteteci un'aria da pioggia, di quelle "ferme", di quelle che ti impongono di camminarci dentro solo per sentire qualcosa che si muove (altrimenti sarebbe tutto statico). Dai vetri chiusi dei negozi. Dall'ansia tradita da un profluvio di informazioni, evidentemente ritenute indispensabili, da chi le ha prima pensate, poi scritte e infine apposte su ogni superficie leggibile da un passante distratto come me.
Girare a quest'ora ti accomuna ad un vojeur. Sei qui, piuttosto lontano da casa,. Stai ritagliando a fette una zona del tuo immaginario e assapori, non facendo nulla per evitarlo, quel piacevole stordimento che puo' procavocarti un sogno lucido. Qualcosa a meta' fra un affresco, composto da tante piccole tessere di un mosaico, le perle cha hai raccolto ed infilato, collegate da un filo lungo di ricordi e l'iper-realta', quella statica, come quella che ti puo' provenire dall'osservazione, insistita, di una polaroid.
Cosi, le storie. Le immagini. Una Sinagoga debitamente chiusa di domenica mattina. Oppure il cuore asettico di un grattacielo. La cavea svuotata che presiede a delle fondamenta grosse come un monolocale ed in grado di sostenere diversi materiali in verticale: acciaio, vetro, cemento esseri umani che lo abitano per qualche centinaio di metri in direzione del cielo.
Sono piu' o meno certo che Bolano avrebbe definito questo l'inevitabile frutto della versione statunitense di stabilire una relazione con Dio. Offrendogli, alla stregua dei templi degli Atzechi, un succedaneo di un ascensore, per sentirsi in qualche maniera piu' vicini a Lui ed emendarsi, gia' solo per questo dai propri peccati.
domenica mattina, sul presto. fine luglio 2012. New York.
26/07/12
A cosa andiamo incontro ?
C'e' crisi, è il ritornello che ci sentiamo ripetere, che ripetiamo a noi stessi tentando, come fosse un mantra, di esorcizzarla.
13/07/12
Femminicidi due
01/07/12
CLETUS PRODUCTION: Nuovo progetto estivo
04/06/12
Brevi cenni intorno alla teoria dei covoni.
01/06/12
Soprannaturale
Il Terremoto.
25/05/12
L'uomo con la mano in tasca.
A Melissa/ dopo una settimana.
L’uomo con gli occhiali vicino all’edicola.
Ha anche una mano in tasca.
Come chi affetta indifferenza,
aspettando magari arrivi un taxi.
L’uomo che porta occhiali scuri,
e che ancora non sa che di lì a qualche giorno la sua foto,
sfuocata, sarà dappertutto.
Il ritratto di un’attesa.
L’uomo ha una mano in tasca,
come chi affetta indifferenza.
L’attesa è per le sue vittime.
L’indifferenza pure.
Non importa il nome (Melissa)
Ma poi un nome c’è.
Chissà a quale ha pensato, se ci ha pensato.
Come avrebbe voluto si chiamasse.
E cosa ha pensato, del dopo.
Avrà immaginato lo strazio di
Chi le sopravvissuto ?
Dei suoi familiari,
un letto vuoto, mai più da rifare,
cosi come un posto a tavola,
il suo.
L’uomo con la mano in tasca, fuma.
Osserva l’evanescenza di quella Nuvola,
con lo stesso distacco
Verso ciò che sta per fare.
E’ un attimo, il suo traguardo.
Chissà da quanto ci stava
Lavorando.
E l’impegno e la fatica per
Portare fino a lì 100 kg. di bombole di gas.
L’uomo con la mano in tasca e gli occhiali,
sa che ha fatto un buon lavoro.
Che il suo impegno è stato ripagato.
I giornali parleranno di lui.
Forse lo desiderava fin da piccolo.
Fin da quando andava a scuola,
se c’è andato, anche lui.
E la mattina faceva strada, per arrivarci,
Come le ragazze che a poco a poco
Si accalcano davanti all’entrata,
due parole con le compagne,
i resoconti dei rispettivi amori,
i programmi per la domenica,
imminente.
L’uomo con la mano in tasca ha atteso il sabato.
Magari l’ha scelto con cura.
Il sabato ha il potere di deflagrare.
Chissà se ha pensato che del suo gesto
di lì a qualche ora, avrebbero parlato
le radio dentro i supermercati,
dentro le auto di chi,
intento alle cose del sabato,
avrà pensato cosa ?
Brindisi è un puntino sulla carta d’Italia.
L’uomo con le mani in tasca, lo sa.
Brindisi diventerà famosa,
per questo suo gesto.
Chissà l’orgoglio,
chissà l’appagamento.
E insieme,
la noncuranza per i “danni collaterali”.
L’uomo con le mani in tasca,
affetta indifferenza.
Verso gli altri, senz’altro.
Soprattutto verso se stesso.
27/04/12
...e grazie per tutto il pesce (To Rome with love)
Ieri sera staccato il biglietto. Spettacolo a tarda sera (mai fare quest’errore…). Poltrone scomode, nonostante sia un multisala molto gettonato. Comincia il film, dopo la consueta sequenza di spot interminabili (che per favore, e magari, ha anche stufato). La storia sembra volersi ammantare di credibilità ricorrendo all’abusato strumento della voce narrante (che poi, dev’essere un tic dei recenti film dei registi americani, pazienza se sparisce per riapparire alla fine).
Uno strazio, poche le battute (alcune, poche che riescono a scuotere il torpore di un onanismo fine a se stesso), narrazione come si usa, a grappolo…tante microstorie che si dipanano…esercizi di postlavorazione, elegia del montaggio. Per il resto il vuoto totale. Un depliant di Roma. Dove una Roma da cartolina fa da sfondo inconsapevole allo sguardo di un regista spento, prigioniero del suo modo di girare, che ricorre ai soliti cliché la coppia in crisi, la parodia sulla psicoanalisi, proprio a volerlo riabilitare, un tentativo goffo di rifare Fellini che è bene però subito dimenticare.Una lagna, a stento sono rimasto sveglio, non riuscendo a stare dietro al rimestamento soporifero di tutto l’armamentario alleniano. Ora mi chiedo, tenuto conto che non ci fa fare nemmeno una bella figura (pervaso com’è di quel birignao che vorrebbe- non senza una qualche ragione- stigmatizzare tanti tic nostrani), l’incedere su uno stereotipo o risponde ad esigenze di cassetta (qualcuno ne dovrà pur parlare, qualcuno ne dovrà pur dire bene) ma chi me lo ha fatto fare ?
Dopo la marchetta di Benigni da Fazio, con spezzoni sapientemente estratti da un polpettone lungo quasi due ore, ci si aspetta un colpo d’ala, un ritorno al cinema che pur ci ha fatto amare. Macchè, esci dalla sala col sospetto di esser stato preso per culo per benino. Lo vedi ? Sono Woody Allen, riesco, come i vostri politici, a fare un discorso di due ore, senza dire assolutamente niente.
Lo giuro, è l’ultimo. Grazie di tutto, Mr. Allen, per quel che mi riguarda è davvero tutto.Altre pellicole del "Maestro" alle quali non mi sono sottratto (ma delle quali ho scritto): qui, qui e qui