16/05/09

Colonized mind


Sono del tutto istupidito.
Non che la cosa, ultimamente, sia cosi infrequente. Ma ad un disturbo modale di sottofondo, si assommano momenti di sfarfallio totale. E capita ascoltando musica. In genere sollecito l’apparato uditivo come meglio posso. Ai confini con qualche patologia, ho semplicemente bisogno di circondarmi di sonorità. Meglio se inedite, tali cioè da catturare ciò che resta della mia attenzione.

Può succedere che una canzone mi prenda al primo ascolto. Diventa un loop, ho bisogno di risentirla come e quando posso (il festival dei supporti: minidisc, cd masterizzato fisso nell’autoradio della macchina, simil ipod con il quale vado a correre, playlist varie sul pc opportunamente amplificato e dotato di un paio di casse da 50w a tre vie, infine lo stereo "di casa" con un paio di bambinelli ESB da 200 watt cadauno agitati da un keenwood da home theatre che sostanzialmente gli fa il solletico, alle casse).

Ho preso giorni fa l’ultimo di Prince. E’ un triplo. Una ventina di canzoni. Un cd (ELIXIR) è cantato da una donna, Bria Valente gradevole, sonorità da viaggio in auto, e infatti staziona nel lettore dell’auto. Gli altri due (Lotusflow3r e MPLSoUND sono proprio “made in Prince”, nel senso che è tutta farina del sacco del principe.

Sto ascoltando a ripetizione Lotusflow3r. A parte la cover di Crimsom and Clover, celebre ballata del 68 rifatta in maniera perfetta, è la traccia 5 “Colonized Mind” che ha definitivamente mandato in pappa il cervello. Incisa in modo superlativo, è una ballata blues reinterpretata come solo Prince è capace di fare. Una vera perla, giocata su una chitarra mai prevedibile, e talmente ben incastonata da rasentare il barocco. I cori, effettati con l’echo, e la base ritmica potente ma trattenuta e la voce, magica, del principe che sembra provenire da un’altra galassia. Ed infatti proprio questo aggettivo, un’esperienza “galattica” promette la copertina del cd a chiunque si connetta su http://www.lotusflow3r.com/ .
Prince si riconferma elemento di un’attualità devastante. Anzi forse è decisamente avanti, il sincretismo fatto sound. Con solide radici nella fertile tradizione rithm and blues, contamina amalgama e reinventa scale, melodie vecchie ballads, rappresenta una delle voci più intelligenti nell’attuale panorama musicale.

Un disco destinato a un giusto successo. Il tempo di metabolizzarlo e verrà iscritto accanto agli altri capolavori che ci ha già regalato, da Sign o'the time a Purple rain.

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