Scritto e diretto da Marcello Chinca con Francesco Di Giacomo e con Andreola Rufo e Beatrice Busi musiche di Rodolfo Maltese, Sanjay Bansai scenografia di Valerio Immi
giovedì 20 maggio ore 21.00 Teatro Cinema Principe – Palestrina (Roma)Piazzale della Liberazione
Mumbay è estratto da due lavori di Marcello Chinca, una sceneggiatura ed un un volume di poesie ed aforismi raccolti tra il 1999 ed il 2008. La storia, filo conduttore dello spettacolo, sarà scandita dalle avventure di Giorgio dal giorno del suo sbarco a Mumbay, sino a quello in cui incontra Najma, una indiana francese, malata di reni. Altri luoghi del viaggio saranno il Kashmir, l'Egeo e la Cote Azul e quindi Marsiglia. Inserite nella narrazione vi saranno alcune poesie e l'intervento della chitarra di Rodolfo Maltese. Lo spettacolo vedrà la partecipazione straordinaria di Francesco Di Giacomo e di Rodolfo Maltese, storici esponenti del Banco del Mutuo Soccorso.
Marcello Chinca vive tra Zagarolo e Roma Ha pubblicato un libro nel 1988, ha partecipato a pubblicazioni e letture nel programma "Le biblioteche di Roma" tra il 1997 e il 2001. Nel 2000 è stato segnalato dal Sindacato Naz. Scrittori per una sua raccolta poetica. Sue recenti pubblicazioni di poesia e di teatro sono visibili sul Web.
risorse: qui, come si dice a Borgosesia, "more info about"
CIAK, SI GIRA!
4 giorni fa
Zagarolo, 30 aprile 2009
RispondiEliminaMUMBAI
Questa è una storia raccontata alla maniera dei cantastorie. La parvenza del coro, la scenografia animista, alludono invece ai primordi del continente indiano, alle influenze di questo sul teatro minoico e miceneo.
Non a caso, India e Grecia saranno le tappe di questo viaggio.
Questa storia non contiene fatti traumatici né colpi di scena.
Ma che sia una storia semplice, non significa che premesse e risultati, avuti di mira, siano perciò scontati.
La visione che volevo era un'umanità trascinata dagli eventi, i protagonisti neppure hanno tempo di riflettere se non ex post a quanto succede loro. C'è molto di indiano in questa visione. Arjuna nel Bhagavadgita è costretto alla battaglia incessante per decreto divino, nemmeno Gesù ha scelta.
Altra componente è il rapporto con la Natura ed il mondo animale che è spesso trascurato, assieme alla vocazione dell'uomo per i macelli ed i sacrifici animali. Rievocarlo non è un atto gratuito, ma una suggestione che serve a far ammettere che questo rapporto è vivo e interagente più di quanto si sospetti e che va profondamente reimpostato. E per me prendere coscienza di questo è un atto profondamente politico.
Questo mio è un tentativo, una ricerca continua di dialogo col Mondo nello stesso itinerario in cui la cosmogonia greca vede sì gli uomini esseri coscienti ma anche come indotti all'azione da ciò che contengono di interiore come un'eredità di cui neanche hanno coscienza, che è il loro fattore di interazione col Mondo.
In questa interazione col Mondo che sono gli altri ma anche il regno animale e la Natura tutta, ecco che dell'Uomo si svela anche il suo Destino, punto in cui si riannodano presente, passato e futuro, ossia il Karma buddista e quindi Maya sotto forma di apparenza del Tempo.
Esattamente come per gli indiani, il sacro è dentro noi anche in Occidente, se lo intendiamo svelamento della nostra specificità prenatale, poi confluenza di tutti gli apporti genetici alla nostra individuazione che è il senso della destinazione di ciascuna vita verso i fini che sono per ognuno dei viventi: libertà, autodeterminazione, rispetto di sé e degli altri, solidarietà.
Mumbai è una storia di emozioni, una storia che parla d'amore, amore tra un uomo ed una donna, tra un genitore ed un figlio, tra fratelli, ma soprattutto stupore, stupore per ciò che vive intorno a noi, gli altri, l'elemento naturale, il mare, il vento, le specie animali, le stelle del cielo.
So che è un compito arduo, si può peccare di presunzione anche convinti di averci dato l'anima. Ma è un tentativo che dichiaro apertamente: per me narrare il Mondo intorno a noi, significa dire delle sue immagini transitorie, irripetibili, rievocare agli occhi chiusi di chi ascolta, di queste immagini: la magia l'incanto e la compassione. Perché il Mondo è sopratutto magico, magia, levitazione, nascita e morte, Meraviglia quale estensione dell'Io, capacità di sorprendersi che è svelarsi all'altro rilevato a noi, quando si accetta di mettersi in gioco, che è amarsi, che è donarsi, ma sopratutto il dono che ci teniamo stretti del nostro unico possibile riscatto. Non ne esistono altri.
Grazie
Marcello Chinca
mumbai
di Marcello Chinca