08/05/09

Together Through Life



Quando vado a correre, quando ci vado,
indosso degli auricolari che riescono a farmi sopportare la qualità degli mp3 con la stessa bonomia di chi si ritrova ammaccata la fiancata con la portiera della macchina parcheggiata accanto, con una sportellata.
Mi piace ascoltare preferibilmente blues. Sarà per il ritmo, sarà perchè ti aiuta a tenere l'andatura, e in buona misura, a sostenere meglio la fatica, concentrandoti sulla trama del brano, individuando gli strumenti che si incaricano dei vari a-solo.
Quando vado a correre scelgo orari nei quali transita poca gente. Prim'ancora che evitare cosi di respirare sane boccate di gas di scarico che stramazzerebbero, d'incanto, un elefante albino, lo faccio per tentare di restare in silenzio. Avvertire a mala pena il suono del mio passo, il fiato che va a tempo con il sound. Ti capita cosi, di “sentire” veramente bene un brano, con la dovuta concentrazione, e di poterlo adeguatamente apprezzare.

Oggi ho “messo dentro” l'ultimo di Dylan. Dylan Bob, Mr. Zimmerman per gli amici.
Tra una biografia autorizzata e non, il gusto per la musica non dev'essergli passato, con l'andare degli anni. Anzi. La sensazione è quella di un adulto signore, che guarda alle cose del mondo con il giusto disincanto, senza mai precipitare nel cinismo. E che trasmette il gusto per quello che fa, per quello che, arrivato alla sua età, è ancora in grado di comporre con indubbia originalità.
Duole non saper talmente bene la lingua, dall'esser cosi privato della spinta dei suoi testi, ma già fermandosi alla musica, al suono sul quale si innesta il canto, con la stessa valenza, alle mie orecchie sorde al senso, di uno strumento a sua volta, c'è di che ritenersi soddisfatti.

E' un disco molto bello. Spiccano alcuni brani per intensità e ritmo. Non taglierei mai la sequenza della ballad I Feel a Change Comin' On sebbene si tratti di un ritmo non propriamente vivace, e ho apprezzato l'ipnotico lavoro della fisarmonica, in If You Ever Go To Houston. Grande mestiere, e cura dell'esecuzione. La band lo segue senza sbavature, compatta e mai sovrastante. Anche gli asolo sono gentili non si impongono, prevaricando ma arricchiscono con la loro trama sussurata la melodia complessiva dei brani. Echi di vecchie song, rivisitati con quel briciolo d'attenzione all'ortodossia e impreziositi da colpi di genio, come quello di attaccare una canzone in controtempo in Shake shake mama.

Notevole, al punto da farmi ricredere circa gli intenti decisamente commerciali che subdoravo prima dell'ascolto.
Bel lavoro, Mr. Dylan.
update: da un articolo su un sito di Baltimora, il rimando ad un romanzo (poi diventato sceneggiatura) di Larry Brown, Big bad love al quale sembra Dylan si sia ispirato. Navigando ancora in cerca di news sul film, ho scoperto nel cast figura anche Susan Arquette (altra icona dei Toto).

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