12/05/09

Del racconto e dintorni

Brevi note di giornate convulse.
La tentazione ombelicale è forte. Con questo termine viene ingenerosamente descritta buona parte della produzione letteraria nostrana (come se oltreconfine, gli esseri umani nascessero privi di codesto, importantissimo, “territorio” del corpo umano, almeno quello fin qui conosciuto).
All'ombelico, un simpaticone come Osho ha dedicato addirittura un libro, ritenendolo giustamente il nostro varco d'accesso con l'universo.

Cosi, mentre dei nostri simili, a non so quanti chilometri sulle nostre teste, si ingegneranno, a turno, a riparare il telescopio spaziale Hubble (ma chi li battezza cosi questi arnesi ?), molto più terrenamente, continueremo a spendere le nostre giornate, immersi nelle solite faccende, facendoci le sante code sul raccordo, incazzandoci come bestie nei confronti di coloro che avrebbero dovuto provvedere a dotare la città eterna di una rete stradale degna del suo nome. Di eterno ci sono solo le code, al momento.

Cosi, ci allietano cose futili, che in ossequio allo zen, abbiamo imparato a prendere nella massima considerazione. Ci sosterremo con l'ultimo (triplo) disco di Prince, appena uscito (notevole). Ci terrà compagnia in auto, aiutandoci a sopportare meglio i disagi. Oppure, a sera, stravaccati finalmente a casa, in luogo dello show dei Tg (che se presi nella giusta prospettiva rappresentano a volte la quintessenza della comicità, quand'anche sconfinino nel tragico), aprire un bel volumozzo, di quelli che ti auguri, dopo, finiti di leggerli, ti lascino qualcosa, ti cambino in qualche modo.

Ripongo queste aspettative, avendo già letto qualcosa di suo (IL BESTIARIO, su tutti) nell'ultimo di Cortazar (uscito, postumo, in questi giorni e trovato prontamente in libreria). Del racconto e dintorni, si chiama. Domenica, sul Sole24 ore, ne è uscito, come si dice, un ampio stralcio.

Cortazar è uno scrittore che sento affine. Non tutte le cose che ha scritte mi sono piaciute allo stesso modo (va detto che anche per lui, cosi come per Carver, subito dopo la morte s'è scatenata la corsa alla pubblicazione finanche della lista della tintoria) ma per chi nutre velleità narrative è da considerare imprescindibile la lettura dell'appendice del citato Bestiario, dove sono confinate due brevi lezioni, tenute dall'autore, e che hanno come tema il racconto.
Ecco, è il racconto l'arte di Cortazar. Deve aver nutrito un amore cosi forte per questa forma narrativa dall'avergli dedicato pagine di rara chiarezza.

Medito, in barba a qualsiasi denuncia per violazione di copyright, non tanto di renderle scaricabili dal blog, ma almeno di inviarle privatamente via email a chiunque ne facesse richiesta.
E' tutto. (per ora).

update: una le due "lezioni" menzionate, costituisce il primo capitolo di questo saggio. (ciò non toglie che chi volesse comunque accostarsi al Cortazar narratore si compenetri con abbandono alla lettura del Bestiario).

Nessun commento:

Posta un commento