26/02/10

Rockstar

Gheddafi








Gheddafi è una rockstar.

A Roma usano dire...”aho, stai a ffa 'o svizzero” intendendo, con questa allocuzione, rimandare alla tipica indifferenza elvetica, anche in situazioni difficili. Fare il vago, fare il distratto, che so, per scavalcare una fila, per passare davanti a qualcuno. Stai a ffa 'o svizzero !









Il comportamento di Gheddafi è come quello dell'orca assassina dell'acquario in Florida dove, sebbene usi a giocare insieme, un esemplare di questa specie con una nostra consimile, qualche insondabile meccanismo neuronale negli abissi della mente dell'Orca, deve averla portata ad ignorare ogni e qualsiasi consuetudine per risvegliare l'istinto cosi a lungo sopito dietro a palpatine, bocconcini di gratificazione per l'esemplarità dei numeri acrobatici eseguiti, decidendo di azzannare l'istruttrice per portala a fondo e farla affogare. L'inaspettato che irrompe. L'inaspettato che prende il sopravvento e sovverte regole, leggi, modi di fare.

La stridente comparazione con le recenti prese di posizione del leader libico, con i trionfi e gli omaggi di cui è stato destinatario nel corso delle sue recenti visite sul patrio suolo (su tutte: quella di avergli concesso di montare la sua Tenda proprio all'interno di una delle ville pubbliche di Roma più intensamente frequentate, l'aver paralizzato il traffico cittadino (oddio...non che ce ne voglia...), e ancora il rifiuto di Fini ad incontrarlo, indispettito per la totale indifferenza al cerimoniale, quando il caro leader libico, con nonchalance questa si poco british e assolutamente non elvetica (quanto a precisione degli orari, cosi ben consacrati in capolavori di alta orologeria) ebbe a presentarsi con notevole ritardo....ecco tutte queste sono le attenzioni che abbiamo ritenuto opportuno riservare a chi evidentemente ci sostiene una parte del debito pubblico, ci fa passare gli inverni al caldo, e ci consente, una volta messa sull'auto tutta la famiglia, alla domenica, di arrivare giusto fuori porta per la consueta scampagnata. Sono cose.

Singolare il pretesto dello scatenamento della jiahad nei confronti del mansueto popolo svizzero: non gli hanno consentito (con uno strumento cosi poco democratico dal non trovare corrispettivo nel pur fulgido diritto libico, come il referendum): “Non ci hanno concesso di edificare moschee”.
In barba a qualsiasi concetto di reciprocità (è notorio che la Libia è costellata da capolavori dell'arte sacra, chiese e basiliche everywhere...) e tanto per ricordare ai buonisti nostrani che a dispetto di qualsiasi regola di convivenza fra i popoli, il buontempone ha già incassato l'assoluzione (a fronte di chissà quanti barili di petrolio) per i fattacci di Lockerbie.












La stessa Onu, al limite dell'imbarazzo, dopo avergli concesso con sprezzo del ridicolo, anni fa, la presidenza per un sedicente comitato di difesa dei diritti civili oggi è stata costretta ad affermare che tali contumelie non sono “ammissibili” nel contesto internazionale. Mentre il commento più sagace è stato quelli dei responsabili di un'associazione di mussulmani svizzeri: “Gheddafi ? Vive su un altro pianeta”.

22/02/10

Lamento in mi minore


Signore delle Galassie, ascoltami.
A volte, durante il giorno, mentre sono fuori, in giro per lavoro, mi viene da pensare a quanto sia breve la vita. E a come la riempiamo in modo insulso. O meglio, non ce ne rendiamo conto, ma le giornate passano, come si dice, in modo inesorabile. Passano indipendentemente da come le trascorri, passano e basta. Cosi anche se non fai niente, sei più vecchio di un giorno. Le cellule girano, fanno il loro bravo lavoro, si esauriscono, si riformano, seguendo un ciclo indisturbato a meno che non ti dai da fare con l'alcool, o altre storie, ma che a me non interessano.

Dicevo, Signore delle Galassie, che la percezione che tutto vada a puttane ogni giorno di più è talmente forte, in me, che a volte non ho voglia di uscire di casa. Anche se mi rendo conto che anche se rimango a casa tutto il giorno, le cellule invecchiano lo stesso. Però, cosi, non vedo niente di quello che accade fuori. Che sarà anche quello già tutto visto: le albe o i tramonti sulla spiaggia, le passeggiate in pineta, prima o dopo la pioggia, a respirare a pieni polmoni l'aria buona. Cosi apro le finestre, ogni tanto un libro. Apro apro apro, ma non apro il mio cuore. Avrei bisogno di un'allegoria. Darmi un motivo nobile per il quale illudermi di poter cantare senza voce. E trovo abominevole che abbiano anche inventato la televisione. Non perchè la guardi cosi spesso. Ma perchè dopo un po' mi illudo che tutti, da lì dentro, siano miei amici, in qualche modo interessati a quanto mi accade. Li osservo, questi signori, sento le loro parole. E' gente che mi vuole bene, che pensa al mio benessere, ci pensa notte e giorno. Tutti che vogliono farmi aprire un conto presso di loro. Affidargli quei quattro risparmi che invece di essere destinati al tabaccaio qui all'angolo, possono trovare un uso migliore se li metto nelle loro mani. Gesticolano questi signori, agitano le braccia e le mani in modo sapiente come se dovessero incantare il serpente che è in me, lasciarli fare, che pensano a tutto loro. Ogni attimo della giornata è scandito dalle attenzioni di costoro. Da quelli che mi suggeriscono con cosa fare colazione, come andare al lavoro, a bordo di quale automobile, e alla fine, a sera, in quale camera arredata rientrare. Nulla è lasciato al caso. Nemmeno le funzioni corporali sono esentate da questo flusso ininterrotto di attenzioni. Nel caso fossi incontinente, adesso dicono apertamente la parola Urina anche dalla tivvù. Al momento ancora no, ma chissà...Se invece avessi problemi di altro tipo, ecco una valanga, a scelta, di lassativi o di astringenti. Tutte ma proprio tutte le variabili vengono prese in esame, e poi dici che non ti ama nessuno. Signore delle Galassie, ti sembra giusto ? A me vivere in questa realtà preconfezionata, dove è stata uccisa l'improbabilità, dove nulla è imprevedibile perchè rompe lo schema, mi asfissia. Resisto come posso, ma a volte mi rendo conto che anche gli antidoti che trovo sono inefficaci contro tutta questa melassa che avvolge i sentimenti, li confeziona e te li rimanda a casa con un corriere espresso.

Signore delle Galassie, sono in pigiama adesso. Cammino lungo il marciapiede del lungo viale che porta a casa mia. Questa strada è l'esempio di quello che volevo dire. Sono spariti tutti gli alti eucalipti che la cingevano, al loro posto un lungo viale asfaltato, dove di notte si sbizzarriscono i pargoli delle famiglie troppo felici da accorgersi di averli: cosi li affidano a motori rombanti, anche bene assicurati fino al midollo, e li lasciano alla strada. La stessa sulla quale sto camminando ora, Signore delle Galassie. Illudendomi di raggiungerti, perchè ti devo consegnare, rigorosamente a mano, questa lettera.

19/02/10

Telefonata

Pronto ?
Si, buongiorno.
Buongiorno a lei, senta io vorrei prenotare per stasera.
In che senso ?
Nel senso che mi serve un tavolo per sei persone.
Ne ho uno ma mi serve.
Tutto esaurito ?
No, ancora in buone condizioni.
Cosa fa, mi sfotte ?
Me ne guardo bene.
Allora me lo da questo tavolo per le venti ?
A quell’ora dubito pure di esserci.
Troppo presto ?
Eh si.
Facciamo per le nove, allora ?
Ma per fare cosa ?
Per venire a mangiare da lei.
Siete miei amici ?
No, ma ci hanno parlato bene di voi.
Chi ?
Amici, hanno mangiato e si sono trovati bene.
E hanno anche pagato ?
Beh, credo proprio di si, date da mangiare gratis ?
A volte, ma solo agli animali domestici.
Accettate cani ?
Si.
E la VISA ?
Cosa è la VISA ?
Carte, accettate carte di credito ?
Si, dipende, se hanno disponibilità.
Beh, allora cosa fa, me lo da questo tavolo o vuole
che chiami più tardi, magari si libera qualcosa.
Scusi
Si ?
Ma cosa ci deve fare col mio tavolo ?
Ma non è la Locanda del gatto ?
No
Ah, allora mi scusi, devo aver sbagliato numero.
No, no, se vuole glielo vendo, aspetti !
Che tavolo è ?
Ikea, del ’93, piano finto mogano, sedie con cuscini
Foderati di stoffa grigia, cucite a mano da mia suocera
e ancora in discrete condizioni.
E a lei non occorre ?
No, non più cosi spesso.
Che cifra chiede.
Offerta libera, mi ingombra.
Le serve spazio ?
No, soldi.
Eh eh, non proprio la stessa cosa.
Devo attrezzare una mini pista da bowling in salone.
Non ha i vicini che si incazzano ?
Per cosa ?
Per le palle che rotolano sul pavimento ?!
Feltro, ho un tappeto di feltro.
Geniale, devo dirlo ai miei amici…una pista di bowling in casa.
Unico problema devono arrivare con le scarpe già calzate, l’ambiente è piccolo
e non sopporto la puzza dei piedi.
Non possono lasciarle fuori ? Sull’uscio ?
Mica sono una moschea, ho una reputazione ancora.
Capisco.
SILENZIO
Senta…
Dica..
A che ora posso venire per una partitina ?

18/02/10

Stilos

la mia copia di Stilos








Atteso, opportunamente conclamato, salutato come uno dei migliori ritorni, meglio di quello di Schumacher nella formula1, alla fine è arrivata la prima copia (in abbonamento) della rivista STILOS.

Mr.Bonina è un visionario, o un pericoloso agitatore di coscienze. Nel suo redazionale d’apertura si auspica “vogliamo dare valore ai libri che ci piacciono piuttosto che farci piacere i libri cui il mercato dà valore: nella speranza che gusto e mercato possano coincidere”.

La rinascita di Stilos si intuisce anche dalla nuova veste grafica. Basta il formato tabloid su carta come quella dei quotidiani. Oggi la rivista ha l’aspetto (le dimensioni) come quella del National Geographic. Snella, elegante, corposa.

I contenuti: recensioni, a volte a più mani intorno a qualche “focus” centrale, interviste (mi sparerò a breve quella ad Ettore Mo mio mito assoluto di sempre quanto a capacità di fondarti negli angoli più sperduti della mela, a Fois, a Niffoi, Tabucchi, concessioni ad autori che amo di meno (Mazzucco, Lucarelli), insomma un mix sapiente fra glamour, gente da classifica e outsider in cerca di (meritata) visibilità.

C’è qualche refuso di troppo, piccola concessione ad una fretta che deve aver caratterizzato l’uscita, e che ne danneggia l’aurea, un po’ autorevole, che meritatamente persegue.

Il panorama è questo: in Italia mancano riviste con ambizioni nazionali che parlino di libri in maniera diffusa, e che siano quanto più possibile lontane dallo scambio di favori fra critici e responsabili di collana delle varie case editrici. Il tono, mi sembra, è quello giusto, e l’incipit di Mr.Bonina, come detto, è tutto un programma.

Benvenuta, Stilos !

17/02/10

Monolocale, vista terra, modiche pretese

vista della terra dalla finestra appena montata sulla stazione orbitale
E’ che vieni preso dalla stanchezza.
Ormai non fa più notizia. Al mattino, e lo giudichi un buon segno, non accendi nemmeno più la tele per non essere annichilito, appena sveglio, dal tono esagitato dello speaker (al quale devono aver detto che in tal modo si ottiene il massimo effetto) che sciorina il solito copione.

La partita è in mano ai giudici. Un overdose di giudizio. Tutto si giudica, affinché poi non cambi nulla. Cosi sopporti di schiantare il cerchione della tua auto su una buca, che d’accordo avrà anche piovuto, ma nessuno ti leva dalla testa che concedere lavori di manutenzione consentendo il 37% di ribasso equivale ad un’autorizzazione preventiva a lasciarsi fottere. Soldi pubblici. Soldi di tutti, che finiscono nelle tasche di pochi. Qualcuno rispolvera termini desueti: ladri.
Il senso del possesso che prima di essere pre-alessandrino, è di un’attualità devastante, specie quando è free, e sostanzialmente impunito.
La corte dei conti denuncia un aumento della corruzione. Buongiorno !
Dove vivono questi signori ? Che vita fanno, di cosa si occupano ? Che strumenti hanno per contrastarla ?
Che casino.
L’effetto è quello di un sonoro e liberatorio “ma annàtevene aff…..”, la vita ridotta ad una corsa a pagare tutto a fine mese. Un ingranaggio micidiale. E cosi ci sentiamo Simone Cristicchi, e troviamo interessante che si aprano finestre.
Questa, la più esclusiva (made in Italy, of course) che di viste ce ne intendiamo, vista mare, vista tangenziale, vi sta bene !

03/02/10

Tenersi lontano da librerie, per un pò.




L'inserto della domenica del Sole24 è il mandante morale. Non oso pensare cosa ne uscirà dalla miscela esplosiva con Stilos (che a giorni dovrei ricevere via abbonamento, per chi volesse...qui: )





Basta leggere un articolo, una recensione e trovarla cinque minuti interessante che poi, alla prima tappa in libreria, richiederla e spararsi quella e dell'altro.


Questa è la prima pagina (un click consiglio di darlo: si ingrandisce) di un volumetto di Adelphi che ha un titolo bellissimo: IL REATO DI SCRIVERE, di J. Rodolfo Wilcock.




Ho completato l'opera (il danno...) prendendo, d'impulso, questo Tra parentesi di Bolano, e l'ennesima raccolta di racconti di Joe R.Lansdale da Fanucci "Altamente esplosivo"




Di Bolano non posso fare a meno di scansire e condividere queste pagine...si chiamano "CONSIGLI SULL'ARTE DI SCRIVERE RACCONTI"...



In America dicono "Enjoy"...come dire, divertitevi.










01/02/10

Ondata di freddo


Si dice che il freddo impedisce di ragionare. Concordo. Stamattina doveva fare cosi freddo che i neuroni di un pugno di vigili urbani, anziché attivarsi per levare dalla sede stradale le auto di due che fanno la rima con neuroni ma che si trovano molto più in basso (come definire altrimenti gente totalmente disabituata al ghiaccio sul fondo stradale che all’alba, bellamente devono aver pensato che fosse un banale effetto ottico quella roba lì tutta bianca sparsa all-around ?) ci si son messi a giocare davanti come si potrebbe davanti alla Gioconda, al Louvre. Poco mancava che chiamassero un valente fotografo ad immortalare ad imperitura memoria la scena del crimine, mentre intorno la popolazione di una città tentava, via Cristoforo Colombo, di raggiungere il centro, ostacolata dalle auto appena abbozzate.

Il freddo altresì, ha regalato almeno un lampo. Rendicontando ad un amico di cosa si stiano deliziando i miei padiglioni auricolari ultimamente, ho profferito il nome di tal Lyle Lovett.
In particolar modo questa canzone del suo ultimo lavoro (per i malati del genere, si chiama Bohemia, cliccando qui ci si può fare agevolmente un’idea). Passato alla storia per aver condiviso una love story con Miss Pretty Woman, al secolo la statuaria Julia Roberts, Lovett è musicista coi fiocchi, calca le scene da anni ed ha inciso un botto di dischi. Non tutti indimenticabili, ma la stoffa c’è. Bene, al sentirne profferire il nome, l’amico mi fa…con l’aria di chi sostiene uno sforzo mostruoso per attivare la memoria…aspetta…ha recitato anche con Altman (e questo lo ricordavano anche i miei malandati neuroni) ma la chicca è arrivata quando ha aggiunto…”faceva il pasticcere” !

Ho avuto un’epifania. Cazzo si ! E’ vero, faceva proprio quella parte lì, gli ho detto…una delle più belle (e crude) novelle di Carver (Una cosa piccola ma buona, ndr).

L’amico mi guarda smarrito e dice:
Carver ? Chi è Carver ?

Altra storia, sempre per il fascino che esercita su di me la stranezza in senso lato.
Bizzarria dell’età ? Vezzo di un anticonformista doc ? Eccesso d’ebbrezza da twitter (con annesso delirio per la piazza virtuale) ? Dalle pagine del corriere.it, la galleria degli scatti delle estremità inferiori di un mito ambulante, al secolo De Vito Danny, inseriti nel suo profilo twitter.
Ritratti con ironia su sfondi doc.
No comment.
Ma molto disbanded, questo si.

Ultima ma non ultima, un giapponese beccato a rubare un pinguino da uno zoo.
Ora, che la passione per questi simpatici palmipedi possa suscitare la volontà di portarseli a casa si può anche concedere. Di sicuro c’è una concreta sottovalutazione dell’onere che comporta il doverli anche mantenere. Alimentati con pesce, stando ai prezzi che girano, non dev’essere faccenda sostenibile da cassaintegrato. Nonostante ciò, il trafiletto dell’ANSA, non manca di stimare il valore dell’esemplare (una femmina alta 50 cm.) intorno ai 3200 euro (che non ci diventi ricco ma un bel viaggetto questo si). Viste le temperature imperanti (e soprattutto la loro prevista perduranza) al posto dei vigili urbani che ci ritroviamo sulla Colombo, li vedrei proprio bene.
Per scoprire che potrebbero magari, al confronto, brillare per efficienza.