Quando una notizia è veramente una notizia?
Da giorni veniamo bombardati da servizi sulla faccenda del
foto ritocco di una fotografia della famiglia reale britannica. La principessa
Kate, moglie del Principe Williams, ha avuto problemi di salute. Ricovero, poi
le dismissioni dall’Ospedale (lo stesso dove è stato ricoverato, in
concomitanza, suo suocero Re Carlo III, una lunga degenza in casa, tutto
coperto dal più stretto riserbo.
Sappiamo del “peso” che queste vicende hanno, sia in ambito
domestico (UK) che nel mondo. Cosi come sappiamo del ruolo (a volte complice,
quasi sollecitato a tener viva l’attenzione) della stampa britannica. Il ruolo
dei tabloid (recentemente sul banco degli imputati, ad opera del Principe Henry
per presunte e conclamate, violazioni della privacy reale).
Pochi giorni fa, quasi a smentire guai seri (per sua
fortuna) e al contempo rassicurare “lo regno tutto” che si, insomma, le
condizioni della Principessa non sono cosi preoccupanti (si sa, il silenzio
consente tutte le interpretazioni…) viene pubblicata una foto che la ritrae
felice in mezzo alla prole sorridente.
E subito si scatena la bagarre. Con una dovizia di
attenzioni la foto viene “vivisezionata”, passata al setaccio, analizzata come
nemmeno il RIS di Parma potrebbe fare, e subito il verdetto “è taroccata”.
Apriti cielo, fioccano i titoli, scandalo a corte, quali
sono le reali (si perdoni il bisticcio) condizioni di salute della Principessa,
se una foto dai chiari intenti rassicuranti viene a scoprirsi che è
visibilmente (i più esperti dicono anche in modo piuttosto maldestro) artefatta?
Chi, come, perché e dove. Sono questi i punti cardinali che
ogni provetto giornalista dovrebbe conoscere. Si conceda che in terra d’Albione
trattasi di questione preminente, ma da noi, seriamente, questa faccenda può
riempire minuti e minuti dell’informazione che la Rai, servizio pubblico, ha
sentito il bisogno di dedicargli?
Con tutto il rispetto per la Corona, ai reali inglesi,
editori di tutto il mondo dovrebbero riconoscere una sorta di stipendio
mensile. Una vera e propria fucina di notizie, vuoi spontanee come (viene il
dubbio) maliziosamente propalate, tutto per tenere desta insieme, sia
l’attenzione morbosa dei suoi sudditi come l’allure di una saga, che ancora nel
duemilaventiquattro, in un mondo agitato da conflitti (anche di una certa
entità), tiene ancora “banco” agli occhi di un’opinione pubblica non
esattamente spensierata.
Cosi il fotoritocco è in prime-time, diventa faccenda
internazionale, fintanto che la stessa protagonista, la principessa Kate non è
costretta ad ammettere “niente paura, sono stata io!”. Dissipati i dubbi? Una
parola definitiva che chiude e smonta il mistero? Macché, alla stregua di una
di quelle telenovelas che si ostinano a mandare in onda nelle più infime tv
private, c’è da aspettarsi uno stillicidio (attentamente programmato?) dell’intera
vicenda, propinata sia sulla stampa locale che, come a far da sponda, quella
internazionale.
Qualcuno lo chiama ancora “gossip”, a noi viene da
rimpiangere i versi di Califano…evidentemente “tutto il resto è noia”.