06/11/08

Un giorno qualunque, del 2020

sottotitolo ("La strada" de noantri).

La pioggia batte insistente sulle stecche metalliche della persiana. Non è ancora giorno.
Nella penombra della stanza, girandomi nell'enorme letto vuoto, cerco di trovare a tentoni l'antifurto. Lo trovo, spengo l'allarme mi alzo.
Percorro a memoria i pochi passi che mi separano dal bagno. Alzo la tavoletta. Dopo, schiaccio il bottone dello scarico. Torno in camera, prendo la pistola, scendo per farmi un caffè, in cucina.
Accendo il fuoco, trovando dei legnetti secchi che ho messo ad asciugare davanti ad una finestra socchiusa. Da fuori arriva una lama di freddo, ci saranno 7 o 8 gradi al massimo. E' novembre, solo che lo è per tutto l'anno.
Accendo la radio. Il bollettino del tempo non promette nulla di buono. Tempesta di smog e sabbia, sarà un altro giorno anche oggi. Una luce grigia si impossessa del cielo. I pochi uccelli, tacciono all'arrivo del suono degli spari, dai quartieri vicini.
La porta è sprangata. Le persiane corazzate. Le bande, le gang di rumeni e molisani alleate, vogliono il controllo della città. Alla radio, Frank Sinatra canta una lungimirante Fly me to the moon. Mi commuovo. Guardo la gatta dimagrire giorno dopo giorno. Penso a come potrebbe essere in casseruola. Verso mezzogiorno, l'ora di massima luce della giornata, smuovendo un po' di terra, nell'orto, proverò a tirar fuori quattro patate, quelle che i rumeni non avranno ancora portato via, entrando nottetempo nel giardino.
Sono indietro di dieci mesi col pagamento del mutuo. La macchina è ferma in garage, senza un goccio di gasolio nel serbatoio. L'ultima volta che, protetti dalla forza pubblica, due ragazzini magri come zombie, in divisa, hanno tentato di notificarmi lo sfratto, ho esploso un intero caricatore per aria. Da allora, non li ho più rivisti.
Sono allo stremo delle forze. Passo le giornate sbarrato e leggo. Leggo di tutto. Sono tutti i libri che ho comprato e mai letto. Ho già stilato una sorta di classifica di quelli che dovrò rileggere, quando li avrò letti già tutti. Ho autonomia ancora per qualche mese. Mai come in questo caso non rimpiango di aver speso i miei soldi cosi. La televisione è inutilizzabile. Sebbene alimentata da una specie di pannello fotovoltaico, trasmette solo notiziari in rumeno, nemmeno sottotitolati. L'altra mattina l'ho accesa, perchè avevo voglia di novità. Quando ha finito di leggere le notizie dal mondo, ho chiesto all'ologramma della speaker, in un tallieur niente male e con un bel culo, se aveva nulla in contrario a farmi un bel pompino. Gli ologrammi non rispondono, cosi dopo ho sintonizzato sul web 14.0 e mi sono masturbato.

Verso l'ora di pranzo hanno suonato alla porta. La solita banda di ragazzini sciacalli. Entrano con la scusa di chiederti un po' di roba da mangiare. Tu cedi, e quelli ti mangiano a te, dopo aver spogliato la tua casa, ovviamente. Cosi ho sprecato altre 5 o 6 pallottole, tanto per dargli il benvenuto ed esser sicuro che non avessero dubbi circa il livello della mia generosità.
Ho letto tutto il giorno. Dumas, e poi Potok, e i due volumi di Colombati (Rio) che ho comprato due volte (la seconda volta perchè, nel mio disordine, avevo dimenticato dove era andata a finire la prima copia, ma questo accadeva tanti anni fa).

I Rom e i broker di borsa sono l'aristocrazia di ciò che resta del paese. Speculari, gli uni agli altri si sono divisi la torta, o meglio, ciò che rimane di essa. Da lontano, sento che sparano ancora. Le case qui intorno sono tutte ormai vuote. I pochi vicini, sono cosi lontani, che bisogna camminare due ore, nel fango, e guardandosi le spalle, magari solo per condividere un te, con qualche biscotto fatto in casa. Non ho più zucchero, mentre loro ne possiedono un bancale, trafugato da un magazzino di un Ipergross, durante una razzia. A volte me lo regalano. Ma ormai ho imparato a farne a meno. Il caffè lo prendo sempre amaro.

Anche stamattina è cosi. Solo, che cazzo di strani pensieri, eh !

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